Milano, ancora al centro delle cronache il carcere minorile: fuoco e fiamme nella notte

redazione

Ancora una notte “di passione” al carcere minorile Beccaria di Milano, da tempo al centro delle critiche sindacali per il continuo ripetersi di eventi critici tra le sbarre. L’ultimo, in ordine di tempo, lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri del Corpo.
Ricostruisce gli eventi delle ultime ore Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del SAPPE: “Stanotte, all’una circa, si è verificato l’ennesimo incendio al Beccaria. I detenuti della Sezione giovani adulti hanno cercato di fare più fumo possibile in modo da “costringere” i colleghi a portarli ai cancelli del piano terra, cosa che ovviamente non hanno fatto. Sarebbe stato impossibile garantire la sicurezza con le poche unità presenti. Da un mese circa, quasi ogni giorno, vengono rinvenuti al campo cellulari e quantità importanti di sostanza stupefacente, come già denunciato più volte dal SAPPE. Solo due giorni fa, la Polizia Penitenziaria, insospettita da alcuni atteggiamenti, ha perquisito più accuratamente i detenuti del primo gruppo al rientro dall’aria: uno di loro aveva addosso circa 11 grammi di hashish, il giorno prima erano stati lanciati un cellulare e altra sostanza, immediatamente individuati dal poliziotto in servizio ai passeggi”.
“La Polizia Penitenziaria sta facendo egregiamente il proprio lavoro”, conclude Greco, “ma il Dipartimento della Giustizia Minorile quando pensa di dare risposte concrete??? Avevano promesso l’apertura del nuovo padiglione a luglio, ma ancora tutto tace. Appena qualche detenuto esce, invece di cercare di mantenere i numeri bassi, viste le grandi difficoltà di struttura e di personale, ci rimandano quelli “appoggiati” nelle altre strutture. I detenuti ci provano, noi facciamo il nostro lavoro, i detenuti non ci stanno e danno fuoco in continuazione… il Dipartimento che risposte ci dà?”
Greco evidenzia infine che nella serata di ieri, a circa 4/5 metri dal cancello dove il personale di Polizia Penitenziaria in servizio al Beccaria parcheggia le auto, è stato appiccato del fuoco e i colleghi in servizio hanno dovuto chiamare i vigili del fuoco: “non si esclude possa essersi trattato di un gesto intimidatorio”.
Netta la denuncia di Donato Capece, segretario generale SAPPE: “Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Abbiamo registrato un numero di evasioni incredibili, da istituti e da mancati rientri, in pochissime settimane. Ci rendiamo conto che quel che denuncia il SAPPE da tempo, ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – abbiamo 8.000 Agenti in meno rispetto al previsto, e sono state autorizzate ieri 305 nuove assunzioni… -, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento? E ci rendiamo conto, come avevamo denunciato, che mettere gli uomini di 25 anni nei penitenziari minorili è stata una scelta politica sbagliata, che ha determinato anche l’atteggiamento aggressivo dei minorenni verso i poliziotti?”.
Capece sottolinea infine: “Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso, e le costanti e continue evasioni ne sono la più evidente dimostrazione . Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, e questo è gravissimo. I vertici dell’Amministrazione Penitenziaria e quelli della Giustizia Minorile e di Comunità hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere”, conclude il leader del SAPPE. “Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e queste sono le conseguenze. E coloro hanno la responsabilità di guidare l’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia Minorile dovrebbero seriamente riflettere sul loro ruolo dopo tutti questi fallimenti”.