Ospedali: in aumento le infezioni

Paola Fusco

Crescono le cosiddette “malpractice” in sanità, aumentano le cause penali e civili contro i medici e non diminuiscono gli errori clinici. Senza contare il rischio infezioni negli ospedali: ogni anno tra i 450.000 e i 700.000 pazienti ne sono colpiti. La sanità italiana ha bisogno di una revisione sul tema della sicurezza: su questi temi si concentra il libro bianco “Safety Book – a cura di chi cura”, iniziativa promossa dal Senato con il contributo di Baxter che raccoglie le testimonianze e le esperienze di autorevoli personaggi del mondo scientifico, politico e sociale. "Le istituzioni italiane – ha sottolineato il presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato, Antonio Tomassini, intervenuto alla tavola rotonda di presentazione del volume – sono rimaste per troppo tempo passive, non riuscendo a introdurre norme che, pur salvaguardando i diritti del malato, tutelassero meglio la professionalità e la dignità dei medici". Attualmente sono diverse le proposte all’esame del Parlamento per ridurre e gestire l’errore medico: "Fra queste – ha ricordato Tomassini – è fondamentale l’istituzione sistematica, in tutte le strutture di ricovero e cura, delle unità di rischio clinico, mentre sul fronte degli iter procedurali occorre puntare a soluzioni stragiudiziali e più rapide delle vertenze". Il volume riporta tra l’altro i risultati di uno studio Cergas-Bocconi, che quantifica i costi delle infezioni contratte in ospedale. Ciascuna costa al Servizio sanitario nazionale 9.000 euro, e ciascun paziente che ha contratto un’infezione rimane ricoverato 8,5 giorni in più rispetto a chi non la contrae. E delle 700.000 persone che ogni anno prendono un’infezione in ospedale, 7.000 muoiono. "La sepsi è la patologia con il maggior indice di mortalità – ricorda il prof. Quirino Piacevoli, presidente della Società Italiana di Rischio Clinico – lo shock settico rappresenta la causa dell’85 per cento delle morti che si verificano negli ospedali. I medici e gli infermieri devono essere particolarmente attenti all’igiene, e gli ospedali devono dotare tutti i reparti di lavandini ergonomici, che possano garantire agli operatori sanitari una perfetta pulizia delle mani". Quanto agli errori clinici, oltre alle unità di rischio, un’ipotesi contenuta nel ‘Safety  Book’ è quella di adottare strumenti per monitorare gli errori dei medici: è il caso della Morbidity and Mortalità Conference che, come ha ricordato il senatore Pd Ignazio Marino, "è obbligatoria in tutti gli ospedali americani: è una riunione a cui partecipano tutti i medici di ogni dipartimento. Quando si verifica un errore, si analizza il problema e si cercano le soluzioni. E’ un metodo non per punire i colpevoli, ma piuttosto cercare soluzioni per migliorare la qualità delle prestazioni".