“Ogni app – spiegano da Bitjam, società impegnata nell’analisi delle dinamiche di mobilità – ha un proprio segmento di destinazione, un bacino a volte locale, fosse anche di quartiere. Ogni app avrà una propria vista parziale dei dati di mobilità degli utenti, e probabilmente questo sarà il destino de ‘La App’ che sarà scelta dal nostro Ministero dell’Innovazione. Siamo certi che i secondi, i terzi, ogni partecipante alla selezione, non potrà accettare di cestinare il proprio lavoro. Le app arriveranno comunque negli store a competere per il loro piccolo e parziale segmento di dati. Arriveranno negli store e sottrarranno a ‘La App’ quella universalità che è condizione necessaria affinché il bigdata sia veramente Big. Da soli – proseguono da Bitjam – non si arriva da nessuna parte. Per questo stiamo predisponendo una piattaforma con funzionalità di aggregatore di tutti quei piccoli ‘segmenti’ caparbiamente conquistati dalle app fino ad oggi pubblicate e quelle nate in epoca di Coronavirus (app del pane caldo a casa, dalla app del farmaco senza coda), e, naturalmente, anche i dati de ‘La App’”.