«Obbligo di non dimora» nel proprio comune, quello di Monte Argentario, per la moglie di un noto immobiliarista toscano coinvolto reiteratamente in vicende di abusivismo. È questa la misura cautelare notificatale dal Corpo forestale dello Stato, su disposizione del Giudice per le Indagini Preliminari di Grosseto, al termine di una recente indagine in cui la Forestale ha scoperto un appartamento abusivo in posizione panoramica di proprietà della donna.Ma gli antefatti, le prime indagini e i conseguenti provvedimenti giudiziari a carico del marito risalgono al 2006 e sono riconducibili a pieno titolo a quel fenomeno di abusivismo diffuso che ha riguardato una delle più belle coste della nostra penisola.Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la famiglia di immobiliaristi si sono succedute fino ai giorni d’oggi e la Forestale nel tempo ha preso parte ad indagini e ricognizioni, anche a mezzo aereo, grazie alle quali sono stati scoperti altri abusi edilizi.Ora, con l’applicazione del provvedimento che dispone il divieto di dimora (articolo 283 del codice di procedura penale), il giudice ha prescritto all’imputato, in questo caso la moglie dell’imprenditore, di non dimorare nel luogo di residenza ove insistono gli abusi e di non accedervi senza la sua stessa autorizzazione, al fine di prevenire la reiterazione dell’illecito.Dal 2004 il Testo Unico in materia ambientale ha sancito la trasformazione del reato da contravvenzione a delitto qualora si tratti di abusi edilizi perpetrati in aree vincolate che, per le loro caratteristiche paesaggistiche, sono state dichiarate di notevole interesse pubblico con apposito provvedimento emanato in epoca antecedente alla realizzazione dei lavori.Ad intervenire nell’operazione che ha portato alla notifica del provvedimento di misura cautelare sono stati i Forestali del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Grosseto in collaborazione con i reparti limitrofi, coinvolti poi in perquisizioni di luoghi e persone nelle zone centrali e periferiche di Porto Santo Stefano, mirate ad acquisire ulteriori elementi di prova e individuare eventuali altri responsabili.Le misure restrittive applicate vengono inasprite in maniera proporzionale al grado di volontà e al carattere di recidività con cui sono stati compiuti gli illeciti in campo edilizio. Le indagini vanno avanti e la rete dei controlli si infittisce sempre più per evidenziare elementi che ci si auspica possano contenere un fenomeno che ha messo a repentaglio uno dei territori più pregevoli del nostro Paese.
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