Ad Amsterdam meeting direttori protezione civile EU

redazione

Cooperazione, condivisione delle buone pratiche, confronto sugli strumenti e sulle nuove tecnologie da poter meglio impiegare nella definizione di azioni  preparatorie alla gestione delle varie e possibili emergenze di protezione civile. Sono questi gli argomenti trattati nel corso della 36esima riunione dei Direttori Generali di Protezione Civile dell’Unione Europea, dello Spazio economico europeo e dei Paesi candidati all’adesione,  in corso oggi e domani ad Amsterdam sotto la presidenza olandese e alla quale prende parte anche il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. La riunione, che si svolge a due anni e mezzo dall’entrata in vigore della nuova Decisione sul Meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, è l’occasione per fare il punto sulla reale attuazione della nuova legislazione, sui punti di forza che hanno consentito di affrontare in modo più strutturato crisi ed emergenze internazionali, ma anche sugli ambiti nei quali è possibile concentrare gli sforzi per implementare ulteriormente le capacità di risposta. «Come abbiamo avuto modo di discutere qualche settimana fa anche a Venezia, nell’ambito dell’Understandig Risk Forum organizzato dalla Banca Mondiale, il primo vero obiettivo è quello di condividere informazioni per creare una conoscenza, dalla quale partire per definire le politiche future di preparazione e gestione delle emergenze, soprattutto in tema di resilienza delle infrastrutture critiche, centro dell’agenda della presidenza olandese» ha ricordato il Capo del Dipartimento nel corso dei lavori.«La connessione tra documenti e dati che consentono di avere una panoramica complessiva e multi-rischio è un punto chiave per una gestione efficiente dei disastri, così come fondamentale lo è anche per definire misure di prevenzione e preparazione realmente utili, e integrate, per il territorio. Sappiamo tutti che, soprattutto parlando di infrastrutture critiche, alcune informazioni possono essere ritenute sensibili: ma se condividere anche parte di questi dati significa aumentare la resilienza delle nostre comunità e lavorare per diminuire l’esposizione al rischio dei nostri concittadini, credo sia una sfida che insieme dobbiamo affrontare e vincere».