Il robot sara’ inoltre dotato di un proprio sistema di visione artificiale, costituito da una fotocamera e da un software dedicato per il rilevamento della fila della coltura per evitare di danneggiare le piante di mais. Oltre all’ Universita’ di Pisa, collaborano al progetto Rhea altri 14 partner europei, tra
atenei, centri di ricerca, societa’ spin-off e ditte private. La chiave dell’ agricoltura futura e’ infatti la multidisciplinarieta’ con un mix di competenze diverse come l’ ingegneria elettronica, la robotica, l’ informatica, l’ agronomia, la meccanica agraria e le telecomunicazioni. "E’ un filone di ricerca – conclude Andrea Peruzzi – su cui, negli ultimi anni, sta puntando molto anche l’ Unione Europea: macchine tecnologicamente avanzate per una gestione sostenibile dell’ agroecosistema. Da questo punto di vista il progetto Rhea rappresenta una proposta concreta di applicazione dell’ agricoltura di precisione alla difesa dei vegetali con l’ obiettivo di ridurre sensibilmente l’ impiego di agrofarmaci".