Carcinoma del cavo orale: ricerca Sapienza-Inail

Eugenia Scambelluri

Lo studio rientra in una campagna più ampia rivolta ai lavoratori del settore edile, con l’obiettivo di valutare l’incidenza di condizioni potenzialmente oncologiche, ed è stato presentato mercoledì scorso nella sede dell’ateneo romano, in occasione della giornata dedicata alla prevenzione e alla terapia del carcinoma del cavo orale. Scarsa la conoscenza dei segni iniziali.  “I fattori di rischio più importanti sono rappresentati dal fumo e dall’alcol, ma nei giovani anche dall’Hpv, l’infezione del papillomavirus”, spiega Antonella Polimeni, ordinario di Odontoiatria pediatrica all’Università Sapienza di Roma. Le risposte al questionario hanno invece messo in evidenza una discreta conoscenza da parte dei lavoratori intervistati dei tumori maligni della bocca, dei fattori di rischio e delle misure di prevenzione da adottare, con una percentuale di risposte corrette superiore al 50%. “La strategia vincente è la prevenzione”. Il rischio di sviluppare questo tumore aumenta con l’età: generalmente le prime manifestazioni iniziano intorno ai 45 anni e raggiungono il picco oltre i 75. “La prognosi del carcinoma orale non è migliorata significativamente negli ultimi anni: la mortalità dei pazienti affetti da cancro orale, infatti, rimane tra le più alte in assoluto – sottolinea Polimeni – La strategia vincente è la prevenzione”. L’ambiente di lavoro tra le variabili da valutare. Gli altri fattori di rischio nel carcinoma del cavo orale includono i traumatismi cronici, la scarsa igiene orale, l’ipovitaminosi e l’immunodeficienza. Ma anche l’ambiente di lavoro potrebbe essere implicato nell’insorgenza di questo tumore e il progetto pilota promosso dall’Inail e dall’Università La Sapienza è nato proprio per approfondire questo aspetto.