Censis: sulle strade italiane si muore di più

red

Un ultimo week end da brividi con 14 morti in soli due soli incidenti ed in meno di 48 ore. Impressionanti le immagini del camion con autista polacco che venerdì scorso ha causato sette morti con un improvviso salto di corsia sulla A4 e altrettanto impressionante il bilancio delle giovani vite spazzate in Puglia. Il bilancio degli schianti mortali dell’ ultimo fine settimana ricalca quello di tanti altri week end: 43 morti e 935 feriti in 1.145 episodi. Sulle strade italiane si continua a morire. Molto di piu’ rispetto agli altri paesi europei. Nel Regno unito, in Francia
e in Germania (secondo un’indagine diffusa dal Censis la scorsa settimana) negli ultimi undici anni il numero delle vittime è drasticamente diminuito, in Italia e’ solamente calato. Segno evidente, secondo gli esperti, che gli altri hanno fatto meglio di noi in tema di sicurezza. Nel 1995 le strade piu’ pericolose erano quelle della Germania (quell’ anno i morti in incidenti stradali furono 9.454), e quelle francesi (8.892 vittime). Oggi sono quelle del Bel Paese. I dati disponibili più recenti sono quelli del 2006: in Italia due anni fa morirono in sinistri stradali 5.669 persone (contro le 7.020 del ’95 e le 6.649 del 2000), in Germania 5.091 (quasi il 50% in meno rispetto a undici anni fa e 1.500 in meno rispetto al 2000), in Francia 4.709 e nel Regno unito
3.297. In Italia è più facile perdere la vita in un incidente sul lavoro o lungo una strada che non per mano di un criminale. "Gran parte dell’ impegno politico degli ultimi mesi e’ stato assorbito dall’ obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti", ha osservato Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, presentando l’ ultima indagine. "Tuttavia, se si amplia il concetto di incolumità personale, e si considerano i rischi maggiori di perdere la vita, risalta in maniera evidente la sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli. Il luogo di lavoro e la strada mancano ancora di presidi efficaci per garantire la piena sicurezza dei cittadini, e spesso si pensa che perdere la vita in un incidente stradale sia una fatalità. I dati degli altri Paesi europei dimostrano che non  è così’".