Chips Act, Anie: opportunità per l’industria dell’elettronica italiana

redazione

 Approvato il “Dl Asset” nel Consiglio dei Ministri di ieri, lunedì 7 agosto, prende avvio il “Chips Act” italiano sulla scorta di quello approvato in Europa. Misure, alcune delle quali annunciate dal Ministro delle Imprese Adolfo Urso a margine della riunione, che riguardano la filiera della microelettronica: credito d’imposta sino alla fine del 2027; creazione di un Comitato tecnico permanente per la Microelettronica al Mimit che si avvale, per l’analisi scientifica, del Centro italiano per il design dei circuiti integrati e semiconduttori; incremento degli stanziamenti annuali per la Ricerca Scientifica e tecnologica, anche in considerazione delle accresciute esigenze di partecipazione dell’Italia al finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo europei.

ANIE, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche aderente a Confindustria, che raggruppa in ANIE Componenti Elettronici l’offerta industriale italiana attiva nei settori della microelettronica, ha partecipato con Confindustria ad un dialogo costante con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy offrendo un quadro dei fabbisogni nazionali necessari a garantire sicurezza nell’approvvigionamento puntando allo sviluppo del piano nazionale sulla microelettronica.

LA VALUTAZIONE DI ANIE SUL CHIPS ACT

«Il Chips Act – dichiara Filippo Girardi, presidente di ANIE Federazione – rappresenta unastraordinaria opportunità per l’industria dell’elettronica italiana. Migliora la sicurezza degliapprovvigionamenti, dà una prospettiva di resilienza e sovranità tecnologica nel settore dei chip e dei semiconduttori, e altrettanto fa per lo sviluppo di nuove opportunità commerciali. Non da ultimo, crea le condizioni per una occupazione di qualità. ANIE, insieme a Confindustria, ha presidiato il dossier durante tutto l’iter legislativo, alimentando una continua interlocuzione con il Mimit, la Rappresentanza Permanente a Bruxelles, e i deputati europei. Accogliamo dunque con favore il testo del decreto e ribadiamo il nostro impegno ad assicurare ogni possibile collaborazione direttamente con le Istituzioni per supportare lo sviluppo di politiche industriali di settore. Soprattutto per il piano nazionale sulla microelettronica, annunciato dal ministro Adolfo Urso».

I DATI DI SETTORE

Nel 2022 le vendite di semiconduttori in Italia hanno generato un giro di affari complessivo di 1,6 mld di euro, con una quota del 3,3% circa dell’intero mercato europeo che nel 2022 ha superato i 54 mld di dollari (Fonte: WSTS – World Semiconductor Trade Statistics). L’industria è il principale mercato italiano di destinazione dei semiconduttori, con circa il 40% delle vendite complessive destinato al solo settore automotive.

La produzione di semiconduttori in Italia si inquadra nel più ampio settore della Componentistica elettronica che vede nel nostro Paese una base manifatturiera di grande rilievo. Con un valore della produzione industriale poco inferiore ai 7 miliardi di euro, l’Italia è il terzo produttore di componentistica elettronica, dietro a Germania e Francia, dell’Unione europea che ha concentrato in cinque Paesi oltre il 70% della produzione industriale del settore.

GLI OBIETTIVI EUROPEI: 20% DEL MERCATO ENTRO IL 2030

Il piano della Commissione, con una previsione di 43 mld di euro di investimenti pubblico-privati, punta a promuovere la ricerca e l’innovazione per ridimensionare la dipendenza dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici e raddoppiare la quota di mercato dell’Europa dal 10 al 20 per cento entro il 2030. L’Italia, con i3,9 mld di euro del Fondo per la microelettronica, darà il via a progetti di revamping e di nuovi stabilimenti produttivi.

Federazione ANIE aderente a Confindustria, con oltre mille aziende associate e circa 400.000 addetti, rappresenta il settore più strategico e avanzato tra i comparti industriali italiani, con un fatturato aggregato di 92,6 miliardi di euro e 26,7 miliardi di export per le tecnologie elettrotecniche ed elettroniche nel 2022. Le aziende aderenti ad ANIE Federazione investono in Ricerca e Sviluppo il 4% del fatturato, rappresentando più del 30% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia.