Cina, smog: bimbi confinati in casa e attività all’aperto limitate

redazione
Le mascherine antismog fanno ormai parte a pieno titolo dell’ abbigliamento urbano nelle città cinesi, 
Pechino in primis. L’ inquinamento dell’ aria, quasi quotidianamente sopra la soglia media consentita, raggiunge livelli talvolta 40 volte superiori al limite di sicurezza. Unico rimedio possibile, soprattutto per i più piccoli, è quello di rimanere al chiuso, nelle case e nelle scuole. Un lungo reportage sul New York Times raccoglie le testimonianze di genitori, medici e insegnanti, dipingendo un quadro 
raccapricciante del futuro urbano cinese. Le famiglie confinano i figli nelle mura domestiche, anche se questo significa tenerli lontani dagli amici; le scuole limitano o cancellano completamente le attività all’ aperto; alcune grandi scuole internazionali si stanno attrezzando con enormi "palloni" per le attività sportive. E quelli che possono pensano ad emigrare: "Spero che in futuro riusciremo a trasferirci in un altro paese", auspica Zhang, un avvocato, "altrimenti soffocheremo fino alla morte". Gli altri scelgono, almeno per le vacanze, le destinazioni "pulite", come il Tibet, Hainan e Fujian. "Sono in questo ospedale da sei anni – racconta Richard Saint Cyr, neo papà e pneumologo in un ospedale 
di Pechino – non ho mai visto una preoccupazione così diffusa". In un ospedale pediatrico di Pechino sono stati ammessi al pronto soccorso in un solo giorno 9 mila bambini per problemi respiratori.