Come il “CISO as a Service” può sostenere la cyber-resilienza delle aziende anche nell’era della GenAI

redazione

Nel corso del 2024, la cyber resilience assumerà una rilevanza strategica senza precedenti, richiedendo una sinergia che superi le tradizionali funzioni IT. Secondo le proiezioni di Gartner, infatti, entro il 2026, quasi il 70% dei Consigli di Amministrazione (CdA) includerà una figura specializzata come il Chief Information Security Officer (CISO). Tale figura sarà fondamentale nella formulazione di strategie efficaci contro i rischi cibernetici, stabilendo obiettivi chiari di sicurezza e implementando azioni preventive e reattive.

Il ruolo del CISO nelle moderne realtà aziendali è di cruciale importanza: è responsabile della salvaguardia dei dati e dei sistemi informatici da potenziali minacce, come malware e attacchi di phishing, e garantisce che le informazioni sensibili dell’azienda siano al riparo da accessi non autorizzati. Il CISO si occupa di elaborare e realizzare piani strategici in ambito di sicurezza informatica, gestendo i rischi cyber con un approccio proattivo. Inoltre, è sua responsabilità anche la promozione di consapevolezza e formazione sulla sicurezza tra i dipendenti. Infine, ma non per importanza, il CISO è la figura di riferimento nei confronti delle autorità laddove si verificano incidenti di sicurezza.

Di conseguenza, per orchestrare le iniziative di cyber security, il CISO necessita di una profonda comprensione delle minacce emergenti e dell’abilità di comunicare efficacemente le soluzioni a tutti i livelli aziendali.

Di cosa si occupa il CISO

Il ruolo del CISO si sviluppa attraverso tre fasi chiave:

  • Valutazione: analisi dei rischi e delle vulnerabilità del sistema informatico aziendale, determinando il potenziale impatto negativo e identificando le misure preventive necessarie per rafforzare la sicurezza.
  • Protezione: riduzione del rischio di intrusioni cyber mediante l’implementazione di soluzioni avanzate di sicurezza informatica, consentendo una sorveglianza attiva e un l’intervento tempestivo per contrastare possibili minacce.
  • Risposta: coordinamento delle azioni in caso di violazioni, concentrando gli sforzi per limitare i danni, preservare l’integrità dei dati e delle risorse, analizzare l’entità dell’attacco e documentare gli eventi per mitigare futuri rischi.

La formazione per accedere alla posizione di CISO può variare, ma la competenza tecnica e l’esperienza pratica rimangono centrali. Professionisti esperti e certificati in questo campo possono aspettarsi compensi significativi, che raggiungono anche i 200mila euro all’anno, specialmente se operano in contesti aziendali di grande rilevanza.

L’evoluzione del ruolo del CISO con l’arrivo della GenAI

Molti esperti concordano sul fatto che i CISO dovranno navigare a lungo tra le complessità dell’IA generativa, trovando soluzioni efficaci per gestire le immediate implicazioni di questa tecnologia e anticipando le sue future ripercussioni sulle responsabilità aziendali.

Gli esperti hanno evidenziato in particolare la necessità di creare framework di governance per la gestione dei dati e la privacy. Un altro aspetto cruciale è l’integrazione sicura dell’IA generativa nei prodotti, che comporta una stretta collaborazione tra CISO e team dedicati al prodotto, al rischio e alle questioni legali al fine di assicurare una gestione sicura fin dall’inizio in tutte le operazioni aziendali.

Il CISO ha anche il compito di guidare la progettazione e il controllo delle iniziative aziendali legate all’IA, concentrando l’attenzione sull’ottimizzazione dei processi attraverso robusti meccanismi di sicurezza e promuovendo programmi di formazione per elevare la consapevolezza e promuovere un approccio responsabile a tutti i livelli, garantendo che gli utenti mantengano un’adeguata accountability nell’uso della tecnologia.

Infine, il CISO è chiamato a esplorare le potenzialità offerte dall’IA generativa per potenziare le operazioni dei team di sicurezza, agevolando le attività dei Security Operation Center (SOC) nella rilevazione delle tendenze emergenti, nella risposta agli attacchi e nella gestione proattiva degli incidenti.

Il CISO in outsourcing: una scelta vantaggiosa

Considerando la rapida evoluzione tecnologica e le continue sfide legate alla sicurezza informatica, poche aziende possono sostenere i costi e gli sforzi necessari per integrare un Chief Information Security Officer nel proprio organigramma. Di conseguenza, molte aziende si trovano a scegliere tra il privarsi di un CISO interno, esponendosi a rischi significativi in caso di attacchi cyber, oppure optare per l’esternalizzazione, affidando tale ruolo a un esperto esterno in materia di cyber security.

L’adozione di un servizio “CISO as a Service”, che considera il CISO come un collaboratore strategico del reparto IT, consente all’azienda di delegare responsabilità critiche di cyber security a un professionista qualificato, minimizzando il potenziale impatto di incidenti sulla continuità operativa. Inoltre, il servizio di “CISO as a Service” assicura l’osservanza di principi fondamentali come la terzietà e la neutralità, a vantaggio dell’imprenditore o della leadership aziendale, in linea con standard qualitativi elevati come ISO 27001 e NIST CSF. In conclusione, l’esternalizzazione emerge spesso come la soluzione ottimale per molte organizzazioni, garantendo competenza e conformità in un ambiente sempre più complesso e in continua evoluzione.