Crimine organizzato, accordo Italia-Serbia

Tiziana Montalbano

Ieri a Belgrado una delegazione della Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, guidata dal direttore, Gaetano Chiusolo, ha illustrato e proposto l’accordo su un "Protocollo operativo per la creazione di squadre miste per la raccolta e lo scambio delle informazioni sulla criminalità organizzata" con i vertici della Polizia serba. L’iniziativa si inserisce in un percorso già avviato per una più efficace collaborazione con le autorità serbe allo scopo di contrastare anche e soprattutto i recenti traffici di cocaina dal Sudamerica della criminalità serbo-montenegrina, come i recenti risultati operativi (ad esempio l’ Operazione "Loptice" della squadra mobile di Milano) hanno evidenziato. I dati emersi dalle indagini condotte negli ultimi anni dai rispettivi Paesi dimostrano l’esistenza di forti collegamenti tra la criminalità serba e quella italiana per ciò che concerne soprattutto i reati di traffico di sostanze stupefacenti e di armi, immigrazione clandestina e di esseri umani, finalizzato allo sfruttamento della prostituzione, e il riciclaggio. Ai lavori hanno partecipato il direttore della Polizia Criminale serba, Rodoljub Milovic, rappresentanti dell’Ufficio per la Cooperazione Internazionale di Polizia e dell’Integrazione europea e del Gabinetto del  Ministro dell’Interno serbo. Molto utile anche la partecipazione dei due Ufficiali di collegamento (Immigrazione ed Interpol) accreditati a Belgrado e degli esperti antidroga della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga dislocati a Budapest e Istanbul. La delegazione italiana è stata ricevuta dal Capo della Polizia serba, Milorad Vejovic.