Cybercrime, Boole Server: “Essere consapevoli, informarsi e attuare soluzioni prima che le frodi informatiche avvengano”

redazione

«L’operazione Sim Swap di oggi nell’ambito delle frodi informatiche portata avanti dalla Polizia di Stato, Postale e delle Comunicazioni deve necessariamente far rivolgere maggiore attenzione su cosa fare e con quali strumenti proteggere i nostri dati sensibili, soprattutto nel settore finanziario». Lo afferma Valerio Pastore, fondatore e Chief Sofware Architect di Boole Server, primo vendor italiano di soluzioni di data centric protection dedicato a grandi aziende e Pmi.

«In questo momento storico abbiamo un sempre maggior numero sia di coloro che vengono definiti nativi digitali, che di persone con conoscenze tecniche informatiche e tra di essi possiamo presupporre che ci sia anche una percentuale di criminali. Dobbiamo esserne consapevoli, porci il problema e attuare le soluzioni più adatte prima che frodi come quelle a cui abbiamo assistito finora accadano nuovamente» dichiara Pastore. «Cosi come proteggiamo i nostri beni di valore depositandoli in banca o mettendoli al sicuro sottochiave, lo stesso dobbiamo fare con i nostri dati sensibili», aggiunge il fondatore di Boole Server, spiegando che «dobbiamo porci, ad esempio, il problema di come le banche comunicano con noi. I nostri documenti, i file, i dati personali, i codici vengono trasmessi via e-mail? Sul cellulare? O, come dovrebbe essere, attraverso vere e proprie aree protette, magari da sistemi crittografati, in cui poter depositare i documenti senza il rischio che questi vengano intercettati?».

«Dal nostro osservatorio ci sembrano ancora troppo poche le banche che offrono un servizio del genere ai propri clienti», sottolinea Pastore, concludendo che «la cultura della protezione dei dati deve necessariamente diffondersi come parte integrante dell’etica aziendale e come gesto quotidiano e naturale di ognuno di noi».