Difesa servizi, il Ministero fa cassa

red

Non più gratis, ma a pagamento le previsioni meteo dell’Aeronautica Militare. Non solo. Anche gli storici marchi di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, appetiti da aziende di abbigliamento e accessori, potranno essere ceduti al miglior offerente. Sono inoltre in arrivo gli sponsor per i militari, "nel rispetto delle finalità istituzionali e dell’immagine delle forze armate". In tempo di crisi per le forze armate, tutti i servizi servono a rimpinguare le casse del ministero della Difesa, come previsto con la costituzione di Difesa servizi spa, società fortemente voluta dal ministro La Russa e di cui è stata appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’approvazione dello statuto che ne illustra le finalità. Il ministero punta dunque a fare cassa con tutti i suoi ‘asset’ finora trascurati. La Difesa servizi spa, infatti, posta sotto la vigilanza del ministro, si legge nel provvedimento, «ha per oggetto la gestione economica, in qualità di concessionario o mandatario, di beni, anche immateriali e servizi derivanti dalle attività istituzionali del dicastero che non siano direttamente correlate alle attività operative delle forze armate». Tra i modi per guadagnare, indica lo statuto, c’è la fatturazione delle attività rese dal ministero a terzi in settori come quello meteorologico, sanitario, geocartografico. Ad esempio, il servizio previsioni meteo dell’Aeronautica Militare viene attualmente fornito all’esterno senza che la Difesa – che ne sostiene la copertura economica – riceva alcun tornaconto. La nuova spa studierà come far fruttare questo servizio, anche tramite la stipula di convenzioni o accordi. Lo stesso discorso vale per la carte e le mappe realizzate dall’Istituto geografico militare e per le prestazioni fornite dalla sanità militare. Capitolo a parte merita la promozione «dei marchi, delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e dei segni distintivi delle forze armate, compresa l’Arma dei Carabinieri, con possibilità della loro concessione in uso temporaneo a terzi, a titolo oneroso». In pratica, l’obiettivo è consentire – dietro pagamento – ad aziende di abbigliamento di utilizzare i ‘brand’ della Difesa, come già avviene per l’Aeronautica Militare. Le collezioni con il marchio dell’Arma Azzurra sfilano da tempo sulle passerelle di Pitti Uomo a Firenze e finora il ricavato della concessione è stato destinato ai familiari dei caduti ed a progetti umanitari. Ora con la nuova spa lo sfruttamento commerciale del marchio può fare il salto di qualità. E sulla scia dell’Aeronautica sono pronti anche Esercito, Marina e Carabinieri. Non si punta solo all’abbigliamento, ma anche a linee di orologi ed altri accessori. Lo statuto contempla poi la possibilità di offrire ad amministrazioni pubbliche o a soggetti privati i terreni della Difesa per la produzione di energie rinnovabili. Ad esempio, ha spiegato La Russa, «uno dei primi progetti che porteremo avanti sarà quello di mettere a disposizione i nostri beni per la produzione di energia solare a chi ci assicurerà le condizioni migliori: contiamo così di avere risparmi energetici per oltre 140 milioni di euro l’anno. Infine, la società potrà promuovere interventi di recupero e valorizzazione dei beni immobili che la Difesa ha in gestione. Una partita, questa, di enorme importanza economica se si pensa all’ingente patrimonio immobiliare del ministero (caserme in edifici storici, fari, poligoni, ecc.).