Edicole pirata: Data Stampa plaude all’azione della Guardia di Finanza

redazione

La Guardia di Finanza ha oscurato 19 siti-edicola “pirata” che illegalmente diffondevano le copie digitali dei giornali. Al riguardo, Data Stampa esprime il più profondo compiacimento perché è di fondamentale importanza la lotta alla “criminalità digitale” che permette di distinguere chi opera onestamente sul mercato da coloro che, invece, “saccheggiano” i contenuti degli editori.

Data Stampa ritiene che agli editori debba essere corrisposta una fee da parte delle aziende produttrici di rassegne stampa e con riguardo all’articolo de Il Sole24Ore di ieri, 29 aprile, precisa che non aderire al “Repertorio Promopress” è stata una scelta consapevole, compiuta in virtù della natura esclusivamente privatistica dell’accordo proposto da Fieg-Promopress (la cosiddetta Licenza ARS), che all’Articolo 9 sancisce il principio per cui, alla scadenza del primo triennio, è fatto salvo il diritto di Promopress di non rinnovare detta licenza, di fatto tagliando fuori dal mercato gli operatori del settore ed impedendo a questi ultimi di svolgere un’attività che in Italia va avanti dal lontano 1901. E’ palese come il fine ultimo di Fieg-Promopress sia quello di favorire “Edicola Italiana”, il consorzio costituito dalla stessa Fieg, al quale partecipano i principali gruppi editoriali del nostro Paese, che di fatto parrebbe volersi sostituire alle aziende produttrici di rassegne stampa.

Fieg ha tentato di imporre logiche e regole che non hanno alcun fondamento normativo, ma sono supportate esclusivamente dall’indiscusso potere di influenza di cui essa dispone, ricoprendo una posizione mediaticamente dominante sul mercato.

Il primo vero tentativo di disciplinare la materia si ha quando, nel novembre 2013, il governo Letta convoca un tavolo di sistema per l’editoria, che purtroppo non approda a nulla, ma è il governo Renzi a segnare la svolta quando, ribadendo la necessità di varare un disegno di legge che disciplini anche la nostra materia e conduca ad una riforma complessiva dell’editoria, riapre il tavolo con il preciso intento di approdare ad una risoluzione ultima e definitiva del problema (storia di questi ultimi mesi). Tutto ciò premesso, confidiamo che il governo Renzi, per la sua già dimostrata capacità di affrontare e risolvere i problemi, possa “andare a meta”, perché in questo caso potremmo essere indirettamente tutelati anche noi operatori del settore.