Durante un’attività di bonifica di una grotta a Foggia, nel territorio di San Marco in Lamis, alcuni speleologi che si erano calati sul fondo per facilitare il recupero di alcune carcasse d’auto che erano state gettate sul fondo, hanno rinvenuto, all’interno di una di esse, due scheletri. I carabinieri stanno coordinando le operazioni di recupero insieme agli stessi speleologi ed al soccorso alpino. L’ingresso della grotta è molto ampio, una specie di imbuto che si apre in superficie. Per questo motivo, negli anni, è stata sempre utilizzata come discarica abusiva. Il Comune aveva deciso di bonificarla con i fondi dell’ecotassa regionale. I carabinieri presumono che si tratti di un caso di lupara bianca e non escludono che dalla grotta possano uscire altre brutte sorprese. Le prime ipotesi parlano di resti risalenti presumibilmente a 10/15 anni fa’, ma solo gli esami scientifici potranno forse svelare il mistero dell’identità dei resti. Sono molte, comunque, le persone scomparse in quel periodo nel foggiano. La faida del Gargano ha lasciato dietro di se una lunga scia di morti e di casi di lupara bianca. Il lavoro era iniziato il 20 luglio ed il ritrovamento risale al 4 agosto. Del monitoraggio dei lavori e della realizzazione di foto e filmati se ne stava occupando appunto il Gruppo Speleologico Montenero, che da tempo stava conducendo una battaglia per la bonifica della grava di Zazzano. Questa attività rientrava nel progetto "Puliamo il buio", un’ iniziativa della Società Speleologica Italiana giunta alla sua quinta edizione che si propone di bonificare almeno in parte le discariche abusive sotterranee, e, comunque, di documentarle, valutandone il grado di pericolosità e individuando possibili rimedi.
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