Le aziende spesso consentono l’uso dei social media sulle loro reti, ma siamo consapevoli dei rischi?
La tua organizzazione permette ai dipendenti di accedere ai social media dall’ufficio? Molte lo fanno, sia per uso personal, che a scopi di comunicazione, collaborazione o marketing. Ci sono parecchi esempi ed evidenza concreta che testimoniano che la disponibilità dei canali social al lavoro rende i dipendenti più produttivi e felici. Francamente, l’ubiquità degli smartphone fa sì che il personale utilizzi i social network indipendentemente dal fatto che le policy lo impediscano o meno.
Ma, al di là dei regolamenti aziendali, i social media sono, dopotutto, a un vettore di malware e attacchi. Quanti link vengono condivisi innocentemente per scoprire poi che conducono a siti compromessi? Anche se I dipendenti utilizzano questi canali nel modo più professionale possibile, i loro amici e contatti al di fuori dell’organizzazione non devono sottostare a questo obbligo.
E i telefoni personali utilizzati per accedere ai social media a casa? Spesso si connettono in wireless alla rete aziendale, portando con sé qualunque malware si sia celato nelle app scaricate dai canali social.
Tutto questo non significa che le imprese debbano iniziare a bloccare i social network o terminare i loro programmi BYOD. Social e mobile fanno girare il mondo e non spariranno. Rappresentano invece uno stimolo a modificare il modo in cui approcciamo la sicurezza. Non possiamo affidarci al fatto che gli utenti non commetteranno mai un errore o non cliccheranno mai su un link dubbio. E non possiamo pensare che i dipendenti possano separare completamente la vita lavorativa e quella privata, non nel 2015.
Se esistesse un hashtag #layeredapproachtosecurity, questo sarebbe il momento di utilizzarlo. In ogni caso, affidarsi a un’infrastruttura di sicurezza robusta dotata di protezione per le rete e gli endpoint è molto più sicuro che sperare che i dipendenti siano completamente consapevoli quando interagiscono in ambito social.
