Si tratta di due servizi come tanti fra quelli condotti dal Servizio Navale nonché dai Reparti territoriali della Guardia di Finanza a tutela dell’ecosistema marino ma anche degli operatori del settore della pesca, e che purtroppo testimoniano i veri e propri scempi commessi ai danni della fauna ittica da chi, senza davvero alcuno scrupolo, depreda le risorse dei nostri mari pescando con mezzi non consentiti ed anche in acque protette.
Il primo di questi servizi è stato condotto nel messinese, più precisamente a Sant’Agata di Militello, ove i finanzieri della locale Tenenza hanno fermato un trentenne del posto che nella propria auto aveva alcuni bidoni carichi di novellame appena pescato.
Alla richiesta dei finanzieri di esibire un documento di accompagnamento che peraltro il giovane non è stato in grado di fornire alcunché, pertanto i militari hanno compreso subito come il pesce in questione fosse certamente destinato ad alimentare il mercato nero dei prodotti ittici
Il novellame, infatti, è molto richiesto da una larga parte di cultori della cucina mediterranea ma la sua pesca è interdetta da severe norme poste proprio a tutela della fauna ittica, questo perché il prelievo indiscriminato depaupera specie marine che potrebbero invece raggiungere ben altre dimensioni di crescita, e dunque creare maggior ricchezza per chi pratica la pesca per professione nonché per tutto l’indotto economico del settore.
Per il giovane scoperto dai finanzieri, denunciato alla competente Autorità marittima, è ora prevista una sanzione amministrativa prevista tra i 6.000 ed il 36.000 euro mentre il novellame che stava trasportando, subito sottoposto ad analisi da parte dei veterinari della ASP di Messina, è stato giudicato idoneo al consumo umano e dunque donato in beneficienza ad un istituto religioso.
La seconda operazione è stata invece condotta nelle acque che rientrano nel Parco Regionale “Riviera di Ulisse”, ove i finanzieri della Stazione Navale di Gaeta hanno sorpreso due pescatori dilettanti che avevano posizionato due reti da pesca per una lunghezza di circa 130 mt. e nelle cui maglie erano finiti impigliati circa 90 kg. di grossi muggini.
Anche in questo caso, oltre al sequestro delle attrezzature e del pescato, nei confronti dei responsabili è stata elevata una pesante sanzione amministrativa.
Com’era già avvenuto per l’analoga operazione di contrasto alla pesca di frodo condotta in Sicilia, i finanzieri hanno subito messo a disposizione delle Autorità sanitarie i pesci per le analisi di commestibilità.
Fortunatamente anche in questa occasione il danno arrecato alla fauna marina è stato almeno mitigato dalla possibilità di donare il prodotto prelevato di frodo in favore di due istituti locali di ricovero ed assistenza.
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Forze di Polizia GdF: Messina e Gaeta, eseguite due nuove operazioni a contrasto della pesca...