GdF: Roma, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, arrestato un commerciante egiziano

Giuseppe Magliocco

Per i finanzieri del S.I.F.T (Sezione Investigativa Finanziamento al Terrorismo), istituita presso il Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale, era lui il dominus di un pericoloso sistema destinato al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
E’ così finita in carcere la permanenza in Italia di S.R., di nazionalità egiziana il quale – secondo i finanzieri di questo particolare nucleo voluto dal Comandante Generale Giorgio Toschi – era in grado di fornire supporto logistico e assistenza a persone irregolarmente presenti sul territorio nazionale, perlopiù suoi connazionali.
Gli spostamenti di S.H. avevano già attirato le attenzioni degli uomini della Guardia di Finanza, in particolare un suo viaggio avvenuto ad aprile 2016 durante il quale, in sole 24 ore, l’uomo era partito da Roma facendo scalo a Istanbul, tappa a Il Cairo e rientro a Milano, tutto ciò avendo acquistato il viaggio per il quale aveva indicato come recapito un’utenza risultata intestata ad un cittadino pakistano.
La strana circostanza alimentava non pochi dubbi negli investigatori, specialmente quando gli stessi si sono presto accorti che il fratello del soggetto pakistano in questione è attualmente recluso in Italia per associazione a delinquere con finalità di terrorismo.
Sullo stesso cittadino pakistano, che tra l’altro gestiva un’agenzia viaggi nel quartiere romano dell’Esquilino, la Procura della Repubblica di Cagliari aveva già indagato per una sua presunta attività di finanziamento delle cellule terroristiche di matrice islamica. Secondo i magistrati del capoluogo sardo, infatti, era lui il coordinatore a livello nazionale delle raccolte di denaro destinate alla famiglie dei “martiri” della jihad; collette che poi spediva con voli diretti presso i paesi di destinazione.
L’egiziano arrestato, tra l’altro, era già noto alle Forze di Polizia per la sua spiccata propensione a non rispettare le leggi italiane, in particolare la normativa che riguarda l’immigrazione.
La quantità di elementi di prova che le accurate investigazioni dei finanzieri hanno presto messo in luce, sono state ulteriormente avvalorate dal rinvenimento in sede di perquisizione di svariati appunti sui quali l’egiziano annotava nomi e conteggi vari, ma che nulla avevano a che fare con la sua attività di commerciante al dettaglio di frutta e verdura.
Per la fiamme gialle del S.I.F.T., infatti, l’attività commerciale serviva solo a crearsi la posizione di “datore di lavoro” con la quale poteva giustificare numerose finte assunzioni suoi connazionali, garantendogli così la documentazione idonea all’ottenimento o al rinnovo del permesso di soggiorno.
Al termine dell’operazione, che i finanzieri hanno battezzato con l’eloquente nome di “Mele Marce”, sono stati altresì deferiti all’Autorità Giudiziaria altri 24 soggetti in quanto utilizzatori della falsa documentazione prodotta dall’arrestato.
Le investigazioni sono comunque ancora in corso per stabilire l’esistenza di ulteriori collegamenti fra S.H. e altri fiancheggiatori.