GdF: scoperta frode da 50 milioni di euro

Stefano Serafini

Un’evasione fiscale da 50 milioni di euro messa a segno da due imprenditori, operanti nel commercio di autovetture, è stata scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale di Alessandria.Dietro l’apparenza di una ditta molto attiva sul mercato, con un fatturato di oltre 22 milioni di euro e un vasto traffico commerciale di diverse migliaia di autovetture vendute in Italia e all’estero, si celava però un giro di false scritture contabili.Anche le tasse venivano sistematicamente evase e, proprio grazie all’abbattimento di tali “costi” tributari, la ditta riusciva a praticare sul mercato prezzi pressoché imbattibili causando un forte squilibrio concorrenziale tra le altre attività imprenditoriali che operano nel rispetto delle regole.L’elevato tenore di vita tenuto dai due soggetti responsabili della frode, peraltro ostentato con auto di grossa cilindrata, assiduo shopping in negozi di lusso e vacanze costosissime, non è però sfuggito all’attenzione delle Fiamme Gialle che hanno così avviato una serie di controlli con i quali far emergere tutte le operazioni eseguite dalla società controllata.   Proprio da questi controlli i militari della Guardia di Finanza alessandrina sono riusciti a far emergere un quadro evasivo a dir poco sconcertante. Sia la stessa ditta, sia i loro soci, infatti, avevano presentato sino al 2008 dichiarazioni di redditi per poche migliaia di euro, salvo poi non dichiarare più nulla.Terminate le operazioni di verifica è stata dunque accertata un’evasione fiscale per oltre 46 milioni di euro, con il mancato versamento dell’I.V.A. per altri 7,5 milioni di euro.Per tali violazioni, alle quali si è aggiunta un’indebita appropriazione di circa 1 milione di euro sottratto alle casse societarie, è scattata la denuncia penale alla Procura della Repubblica di Tortona (AL).Considerate le ingenti proporzioni della truffa, sono già state avviate le procedure di “confisca per equivalente” dei beni nelle disponibilità dei responsabili sino all’ammontare complessivo dell’evasione fiscale dagli stessi perpetrata. Al termine delle operazioni sono state inviate centinaia di segnalazioni nei confronti di clienti della concessionaria i quali, a loro volta, sono ora chiamati a corrispondere il pagamento del tributo evaso dal loro venditore.Secondo la normativa vigente, infatti, in caso di mancato versamento dell’I.V.A. da parte del rivenditore di autovetture, l’acquirente è obbligato solidalmente al pagamento del tributo evaso qualora non riesca a dimostrare che il corrispettivo pattuito fosse congruo al prezzo di mercato (che ovviamente comprende anche l’I.V.A.).