GdF – Sequestrati i beni immobili per 5 milioni di euro

Gian Luca Berruti

Una villa di lusso e altri immobili aventi un valore complessivo di circa 5 milioni di euro – tutti derivanti da una maxi-evasione fiscale – sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Udine al termine di una lunga quanto difficile indagine, condotta nei confronti di una società di capitali operante nel settore della fabbricazione di strutture metalliche.Secondo quanto accertato dalle Fiamme Gialle, i responsabili della società avevano fittiziamente spostato la sede della loro impresa, per senza valide ragioni economiche, nonché trasferito le proprie quote in favore di un soggetto del tutto estraneo alla società, rivelatosi poi come un semplice prestanome, peraltro nullatenente, gravato da numerosi precedenti penali e irreperibile sul territorio nazionale.Prima di effettuare la cessione delle proprie quote (ovviamente solo sulla carta) i vecchi soci avevano appositamente costituito una nuova società, letteralmente sostituitasi alla precedente ormai sull’orlo del fallimento, anche perché versante da anni in grave stato di insolvenza verso l’Erario e gli Enti previdenziali ed assistenziali.Alla luce di ciò, per i militari della Guardia di Finanza non è stato difficile capire come tutti questi stratagemmi fossero stati utilizzati dai responsabili per impedire un’esatta ricostruzione delle operazioni commerciali realizzate nel tempo dalla loro stessa società, della quale ne avevano anche distrutto o occultato le relative scritture contabili.Sia pur con un quadro indiziario così complicato, gli investigatori delle Fiamme Gialle non si sono però dati per vinti riuscendo a ricostruire, fattura dopo fattura, l’ammontare dei ricavi conseguiti dalla società verificata che – nel solo 2007 – è stato calcolato in quasi un milione di euro con una correlata evasione d’imposta per oltre 850.000 euro.Tutto ciò, chiaramente, va a inquadrarsi in un vero e proprio disegno criminoso mirato a impedire l’accertamento di quanto dovuto al Fisco e che, di conseguenza, ha determinato la denuncia di tutti i responsabili per vari reati fiscali, ma non è tutto.Gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza udinese hanno garantito un recupero effettivo di quanto illecitamente sottratto alle casse dello Stato grazie all’applicazione della cosiddetta “confisca per equivalente”, vale a dire il sequestro preventivo di beni immobili nelle disponibilità dei soci responsabili della frode per un valore equivalente all’evasione di imposta accertata.