A partire dalle prime ore del mattino, oltre cento finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano, in collaborazione con altri reparti del Corpo e con le unità antiterrorismo francesi, austriache, svizzere, spagnole, inglesi e algerine, stanno eseguendo 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere (di cui sei in Italia) emesse dal GIP di Milano, dott.ssa Gambitta, nei confronti di un’organizzazione criminale internazionale formata da soggetti algerini responsabile di molteplici reati quali il possesso e la fabbricazione di documenti d’identità falsi (reato introdotto con la legge speciale antiterrorismo del 2005), ricettazione ed altri reati di falso, il tutto con l’aggravante della transnazionalità. Le indagini del G.I.C.O., iniziate nel 2007 e coordinate dalla Procura di Milano, hanno fatto emergere un’organizzazione operativa in Italia e capillarmente ramificata a livello internazionale composta anche da alcuni soggetti inseriti nelle liste antiterrorismo dell’Onu che riproduceva documenti falsi per consentire agli associati libertà di movimento su tutto il territorio europeo e nordafricano avvalendosi di molteplici identità di copertura. Scopo dell’organizzazione era l’invio di denaro in Algeria. L’associazione si finanziava attraverso la commissione sistematica di borseggi, rapine e furti e provvedeva anche a ricettarne i ricavati: è stato così accertato un “volume d’affari” di un milione di euro in tre anni. Il denaro veniva poi trasferito a mezzo corrieri in Algeria, senza superare i limiti di valuta esportabile (10.000 euro) e, per non destare sospetto, utilizzando ogni volta identità di copertura diverse. Spesso sono state usurpate le identità di calciatori algerini che nel tempo hanno militato nei campionati professionistici europei. Nel corso delle investigazioni, altresì, sono stati rilevati contatti tra gli indagati e soggetti nordafricani coinvolti in indagini per terrorismo internazionale da diverse magistrature europee. Oltre ai 17 arresti di oggi, negli oltre due anni di indagini svolte sono stati già arrestate altre sei persone per reati di falso ed immigrazione clandestina. Contestualmente agli arresti, sono in corso alcune perquisizioni, una delle quali ha già permesso di scoprire un magazzino sito in provincia di Bergamo pieno di prodotti elettronici che, ad un primo esame, risultano frutto di ricettazione.
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