Hackerati account Twitter e Pinterest di Mark Zuckerberg

Samanta Sarti

Inutile mentire a se stessi. Inutile fingere: “a pelle”, un pizzico di soddisfazione si prova. Mark Zuckergerg, il guru dei social network, hackerato sugli account Twitter e Pinterest come un comune utente! La notizia ha raggiunto, in Italia, il picco più alto di engement – oltre 11 mila azioni – tra 6 e 7 Giugno (fonte dati: Data Stampa). Il “colpo” è stato rivendicato dal collettivo OurMine Team, attraverso il proprio canale Twitter: “Hey @finkd we got access to your Twitter & Instagram & Pinterest, we are just testing your security, please dm us https://t.co/r0RSSgAJDl — OurMine Team (@_OurMine_) June 5, 2016”. Proprio come gli utenti meno smaliziati Zuckergerg pare abbia riciclato la medesima password, “Dadada”, per tutti gli account. La parola magica, che ricorda il titolo di una famosa canzone degli anni Ottanta, pare sia stata recuperata da un database di credenziali rubate durante un attacco pirata a LinkedIn nel 2012, di cui si è avuto notizia solo pochi giorni fa.

Al secondo posto per numero di azioni di engagement, circa 9 mila, la notizia della possibile reintroduzione dell’uso dello smartphone nelle scuole italiane. Il divieto, come da direttiva del Ministero dell’Istruzione del 2007, risulta obsoleto tanto che il Sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, ha dichiarato, in un’intervista rilasciata ad un importante quotidiano nazionale: “Il governo sta investendo in modo consistente per arrivare ad una digitalizzazione sempre più diffusa nelle scuole. Suona quasi una contraddizione vietare l’uso di qualsiasi dispositivo in classe, durante le lezioni". E, aggiunge, un uso virtuoso, regolamentato, della tecnologia potrebbe favorire non solo la didattica, ma contribuire alla lotta contro il cyberbullismo. Spetterà sempre, comunque, a ciascun docente scegliere liberamente se, e come, consentire ai ragazzi l’utilizzo del telefonino.

L’alert lanciato dal team di ricerca di Check Point Software Technologies ha raccolto circa 3 mila azioni di engagement dalla data di pubblicazione, l’8 Giugno:  MaliciousChat,  una falla nella chat online di Facebook e nell’app Facebook Messenger, ha messo a rischio i dati personali di milioni di utenti. Check Point ha rivelato a Facebook la vulnerabilità prima di svelarla pubblicamente; grazie alla segnalazione, il noto social network ha provveduto tempestivamente a rilasciare una patch che ha risolto la falla evitando in extremis che malintenzionati buontemponi potessero modificare, rimuovere o diffondere messaggi, foto, file, link e quant’altro.