I social diventano "green" parlando di ambiente ed energia

Samanta Sarti

Il 17 Aprile 2016 gli italiani potranno decidere, tramite referendum, se abrogare o meno la norma che prevede, per le autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate, una durata pari alla vita utile del giacimento. Le azioni di engagement generate dalla notizia, in meno di 48 ore, hanno sfiorato quota 53.000 e continuano a crescere (fonte dati: Data Web, Gruppo Data Stampa).

Lo scorso 19 gennaio la Corte Costituzionale ha dato la parola ai cittadini spiegando che "quanto disposto dalla legge di Stabilità, benché segni un dietro front radicale, non risolve il conflitto sollevato dalle Regioni sulla questione della fascia marina off limits". Nove Regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania, Molise) hanno presentato in Cassazione la richiesta di sei referendum per fermare le trivellazioni.

Numerose associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace, promuovono campagne per sensibilizzare a votare sì al quesito referendario:  "Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006,  n. 152,  Norme  in  materia ambientale, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 Disposizioni per la  formazione  del  bilancio annuale e pluriennale  dello  Stato  (legge di  stabilità 2016), limitatamente alle seguenti parole: per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?

Secondo gli attivisti "le trivelle sono una grave minaccia per i nostri mari, e già questo sarebbe motivo sufficiente per respingerle. Ma esse rappresentano anche un indirizzo energetico insensato, che condanna l’Italia alla dipendenza dalle fonti fossili. Un favore alle lobby del petrolio che espone a rischi enormi economie importanti come il turismo e la pesca”.

Al secondo posto per numero di azioni di engagement (oltre 5.000) la notizia che racconta le mirabolanti performances di Hyperloop, il treno supersonico in grado viaggiare alla velocità di 1.223 km orari passando all’interno di un tubo a bassa pressione con un meccanismo di levitazione magnetica. Il progetto, chiacchierato da mesi, sta per diventare realtà – il debutto all’Expo di Dubai del 2020 – e si baserà su idee e tecnologia anche italiane: tra i fondatori della Hyperloop Technology Transportation Technologies, la startup che sta lavorando al progetto, spicca l’ingegnere italiano Gabriele Gresta, che ha raccolto la sfida lanciata da Elon Musk, il miliardario sudafricano presidente di Tesla. Italiani, inoltre, il 10% dei dipendenti della startup, 52 su 520. Il treno, a forma di capsula, collegherà Dubai ad Abu Dhabi per un percorso di 145 km, coperto dall’Hyperloop in soli 9 minuti e 40 secondi. La struttura sarà ad impatto zero poiché alimentata da un mix di energie: solare, grazie ai pannelli che ricoprono il tubo, eolica e geotermica.

Quasi 3.000 azioni di engagement per la notizia del prestigioso premio, ArchDaily Building Of the Year 2016, assegnato al Grattacielo Intesa San Paolo, di Torino, a poco meno di un anno dall’inaugurazione. Al progetto, realizzato da Renzo Piano Building Workshop, hanno partecipato gli studenti del Master di II livello in Progettazione e costruzione di edifici di grande altezza (del Politecnico di Torino in cooperazione con Intesa San Paolo e la Camera di Commercio di Torino). La struttura raggiunge i 166 metri di altezza, due in meno rispetto alla Mole Antonelliana, ed è un esempio di sostenibilità: la superficie della facciata esposta a sud è interamente rivestita da 1.600 mq di celle fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica; l’acqua calda sanitaria è prodotta da un sistema di collettori solari; in copertura, la serra bioclimatica si comporta da “tetto verde”; il condizionamento è affidato alla tecnologia geotermica ad alto rendimento; gran parte dei materiali da costruzione utilizzati contiene una componente di riciclato… sono solo alcuni degli accorgimenti Green.