Il Decreto Sicurezza è Legge

red

Il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto sicurezza con con 161 voti a favore, 120 contrari ed 8 astenuti. Il decreto, che era stato modificato alla Camera, dove era stata tolta la cosiddetta norma blocca processi e anche ulteriormente modificata prevedendo il rinvio dei processi meno importanti commessi entro il 2 maggio 2006, dando la precedenza a quelli riguardanti reati di grave allarme sociale puniti con pena superiore a quattro anni. Nessuna modifica, invece per il reato di clandestinità e per il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, si tratta di una "svolta storica per la tutela e la sicurezza dei cittadini dopo l’ impotenza della sinistra", mentre per la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro, è ero l’esatto contrario: "L’ aggravante per il cosiddetto reato di immigrazione clandestina è per noi incostituzionale perché non si capisce quale sarebbe questa particolare pericolosità che nasce esclusivamente dal fatto che non hai il permesso di soggiorno". Sul decreto c’è stata l’ astensione dell’ Udc motivata in aula da Giampiero D’Alia con la considerazione che le vere misure sono solo nel disegno di legge e solo quando arriverà all’ esame, i centristi potranno prendere una posizione definitiva. Botta e risposta, poi, tra Nicola Mancino e il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Il vicepresidente del Csm ha sottolineato che "non sarebbe fuor d’opera rafforzare" il lodo "con una legge costituzionale" suscitando la reazione del Guardasigilli che ha seccamente replicato: "Per me il lodo Alfano è già legge dello Stato. Siamo già proiettati sulla riforma della giustizia". Anche l’ ANM è intervenuta con il presidente Luca Palamara che, nel dichiarare il pieno rispetto per  una scelta della politica quale è il “lodo Alfano”, ha richiamato  però l’ attenzione sulla riforma della giustizia annunciata dal  governo: "Ci interessa la riforma della giustizia non la riforma dei giudici". Sul versante politico restano ferme le critiche del Pd, mentre Antonio Di Pietro nel ribadire opposizione dura, ha contestato le scelte del presidente Napolitano: "Rispettiamo la decisione del Capo dello Stato ma non la condividiamo perché la pensiamo come i cento costituzionalisti che hanno sottoscritto un documento secondo cui questa legge e’ incostituzionale e comunque immorale". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, smina il terreno spiegando che il premier Silvio Berlusconi potrebbe non avvalersi del “lodo Alfano”.