Il Presidente IFAD chiede ai Governi di incrementare gli investimenti a favore delle popolazioni più povere del mondo

È ora che i leader mondiali accelerino la loro azione per la sicurezza alimentare, che intensifichino gli investimenti a favore sia delle comunità rurali che dei piccoli agricoltori, vale a dire di coloro che producono un terzo del cibo del pianeta. Sono le parole del Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), Alvaro Lario, in un appello urgente in occasione della 46a riunione del Consiglio dei Governatori dell’IFAD tenutasi oggi a Roma.

“Pensate a quanto le popolazioni rurali potrebbero contribuire alla sicurezza alimentare globale, alla pace e alla stabilità se avessero le risorse per migliorare le loro aziende agricole e commerciali e per prosperare, non solo per sopravvivere”, ha detto Lario ai capi di Stato, ai leader di Governo e ai rappresentanti dei 177 Stati membri dell’IFAD.

Mia Amor Mottley, Primo Ministro di Barbados, nella sua dichiarazione ai delegati ha detto: “Questo è un momento in cui il mondo deve riconoscere che dobbiamo investire subito per garantire cibo e nutrizione ai cittadini di tutto il pianeta, soprattutto ai poveri. Investire nell’agricoltura dei piccoli proprietari di terre. Investire nella produzione locale diversificata e nella trasformazione dei sistemi alimentari. Investire per porre fine alla crisi mondiale della fame e della nutrizione”.

Nel momento in cui l’IFAD si accinge a lanciare la 13ª ricostituzione delle risorse, un processo di consultazioni lungo un anno durante il quale gli Stati Membri del Fondo si accordano sulle strategie da seguire e sulla mobilizzazione dei fondi sotto forma di prestiti agevolati e sovvenzioni per lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo, Lario ha sottolineato le sfide senza precedenti e le circostanze disastrose che il mondo si trova ad affrontare.

“Il mondo è in crisi permanente. E continuerà ad esserlo finché risponderemo a ogni emergenza in modo isolato, senza investimenti complementari in soluzioni olistiche e a lungo termine”, ha affermato Lario. “Costa meno risolvere un problema che rispondere a un’emergenza. E più ritardiamo, più i costi aumentano”.

Sono molteplici i fattori, tra cui il cambiamento climatico, i conflitti e l’inflazione mondiale, che stanno concorrendo alla creazione di una crisi alimentare di proporzioni epiche, mentre i progressi verso il raggiungimento dell’obiettivo Fame Zero fanno passi indietro. Attualmente, più di 1 persona su 10 soffre la fame e oltre 3 miliardi di persone non possono permettersi una dieta sana.

Il Presidente della Somalia Hassan Sheikh Mohamud, nel suo discorso, ha sottolineato l’impatto reale della fame sul suo Paese.

“In Somalia prendiamo la sicurezza alimentare molto sul serio”, ha dichiarato Hassan Mohamud. “Ho già dichiarato più volte che la sicurezza alimentare è una parte fondamentale della sicurezza nazionale per il mio Governo. In questo senso, il vecchio detto ‘una persona affamata è una persona arrabbiata’ è corretto”.

E ha aggiunto: “La sfida è la ricostruzione di un futuro di speranza per un popolo veramente resiliente e meritevole, con una forte spinta innovativa. Dobbiamo garantire sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile”.  

Secondo le ultime statistiche dell’IPC, alcune zone della Somalia sono estremamente insicure dal punto di vista alimentare, così come altri milioni di persone soffrono la fame in tutto il mondo.

Gli investimenti in agricoltura sono efficaci per ridurre sia la fame che la povertà. Il PIL generato dall’agricoltura, ad esempio, è da due a tre volte più efficace nel ridurre la povertà rispetto alla crescita di qualsiasi altro settore. “Ma al di là dei numeri ci sono le persone”, ha sottolineato il Presidente dell’IFAD, “i 3 miliardi di persone che dipendono dall’agricoltura su piccola scala per il loro cibo e per il loro sostentamento”.

In occasione dell’evento di lancio della 13ª ricostituzione dell’IFAD (IFAD13), l’Ambasciatrice di buona volontà dell’IFAD, Sabrina Dhowre Elba, si è rivolta ai Governatori in un video messaggio. “Non c’è bisogno che vi dica quanto sia urgente l’azione. Ottocento milioni di donne, bambini e uomini sono troppo affamati per vivere una vita normale e produttiva. Le persone che coltivano il nostro cibo non hanno abbastanza per sfamarsi”, ha detto.

L’IFAD si propone di ottenere un aumento reale e sostanziale dei contributi degli Stati membri per ampliare il suo impatto in tutto il mondo. Gli impegni dell’IFAD13 rappresentano un’opportunità per definire il percorso verso una maggiore sicurezza alimentare e una riduzione della povertà dopo decenni di scarsi investimenti nell’agricoltura su piccola scala.

“L’IFAD si impegna a garantire che le popolazioni di cui ci occupiamo, che producono gran parte del nostro cibo, ricevano il sostegno di cui hanno bisogno per assumere un ruolo guida nella costruzione dei loro mezzi di sussistenza e della loro resilienza”, ha dichiarato il presidente IFAD Lario. “Non sono vittime passive, ma una potente forza di cambiamento”, ha aggiunto.