Immigrazione, accordo Italia-Niger

Tiziana Montalbano

Il direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere, prefetto Rodolfo Ronconi, ha appena firmato il protocollo di cooperazione tecnico-operativa “Nigerimm” con le autorità di polizia del Niger. Al protocollo partecipano, come partner, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, la fondazione Don Sturzo, specializzata nella formazione professionale a distanza, Malta, Grecia e, nel futuro, anche l’Unione Europea. La finalità del progetto, di concezione italiana e condiviso dalle autorità nigerine, è il contrasto all’immigrazione clandestina, lo smantellamento delle organizzazioni criminali, nonché la disincentivazione dell’allontanamento di immigrati clandestini dal Niger. In tale ottica, accanto alla specifica attività di polizia, sarà cura dell’OIM provvedere all’assistenza nei rimpatri volontari degli immigrati clandestini, mentre, a cura della fondazione Don Sturzo, procedere all’informazione sui pericoli dell’immigrazione clandestina, sulla legislazione italiana ed europea in tema di soggiorno degli stranieri, con lo scopo di incentivare la radicazione sul territorio del proprio Paese. Il progetto vede nel suo sfondo, anche attraverso il sostegno economico ai centri di raccolta per clandestini in territorio nigerino e le iniziative di addestramento professionale, l’avvio di una più ampia realizzazione di attività di insediamento nella zona di Agadez per oltre 100.000 immigrati clandestini, creando loro condizioni di vita e di sviluppo accettabili e la creazione di altri centri di accoglienza per primi soccorsi e successivi sostegni a immigrati clandestini provenienti dai Paesi vicini. Il protocollo appena firmato è un’ulteriore prova di come i paesi africani ritengano il modello italiano quello più “pragmatico” ed affidabile. In tal senso le fondamenta di tale cooperazione erano state gettate nel febbraio scorso a Niamey dove il Capo della polizia Antonio Manganelli e il suo omologo nigerino, avevano siglato un innovativo “Memorandum d’Intesa” in tema di cooperazione di polizia, in grado di estenderne la portata a settori altrimenti aperti al sociale e, per ciò stesso, presi ad esempio in sede di accordi anche da analoghe strutture di altri Paesi.