Kaspersky: lo sfruttamento delle applicazioni connesse a Internet è il vettore di attacco iniziale più diffuso del 2021

Secondo il recente report Kaspersky Incident Response Analyticspiù della metà (53,6%) dei cyberattacchi nel 2021 è iniziato con lo sfruttamento di una vulnerabilità. Inoltre, sono stati riscontrati altri metodi comuni di attacco iniziale quali account compromessi e e-mail dannose. 

L’analisi dei dati anonimi dei casi di incident response gestiti in tutto il mondo dal Kaspersky Global Emergency Response Team (GERT) dimostra che lo sfruttamento delle applicazioni rivolte al pubblico, accessibili sia dalla rete interna che da Internet, è diventato il vettore iniziale più usato per accedere alla rete perimetrale di un’organizzazione. La percentuale di questo metodo impiegato come vettore di attacco iniziale è aumentata dal 31,5% nel 2020 al 53,6% nel 2021, mentre l’uso di account compromessi e di e-mail dannose è diminuito rispettivamente dal 31,6% al 17,9% e dal 23,7% al 14,3%.

Approfondendo l’impatto degli attacchi, il problema principale affrontato dalle aziende negli ultimi tre anni è stata la crittografia dei file, una delle tipologie di ransomware più comuni che priva le organizzazioni dell’accesso ai propri dati. Inoltre, il numero di organizzazioni che hanno riscontrato la presenza di cryptor nella propria rete è aumentato significativamente nel periodo osservato (dal 34% nel 2019 al 51,9% nel 2021). Un altro aspetto allarmante è che in ben oltre la metà dei casi (62,5%), gli attaccanti trascorrono più di un mese all’interno della rete prima di criptare i dati.