La denuncia del Sappe: "E’ gravissimo"

Eugenia Scambelluri

 “Non è pensabile chiudere strutture importanti di raccordo tra carcere, istituzioni e territorio come i Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria di Calabria, Liguria, Umbria, Marche e Basilicata a meno che non si voglia paralizzare il sistema  ed avere del carcere l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi. Vuole il Governo Renzi essere ricordato per questo attacco ai presidi di sicurezza del Paese?”.  

E’ il commento del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, per voce del segretario generale Donato Capece, allo schema di decreto concernente la riorganizzazione dell’Amministrazione Penitenziaria trasmessa dal Ministro della Giustizia Orlando alla Funzione Pubblica.

“Serve ottimizzare le risorse sul territorio ma non cancellare i presidi di sicurezza penitenziaria in questi cinque importanti regioni. La situazione, nelle carceri italiane, resta grave e questo determina difficili, pericolose e stressanti condizioni di lavoro per gli Agenti di Polizia Penitenziaria. Nei 206 penitenziari del Paese il sovraffollamento resta significativamente alto rispetto ai posti letto reali, quelli davvero disponibili, non quelli che teoricamente si potrebbero rendere disponibili. Un problema è la mancanza di lavoro, che fa stare nell’apatia i detenuti. Ma va evidenziato anche che l’organico di Polizia Penitenziaria è sotto di 7mila unità. Che non è pensabile chiudere strutture importanti di raccordo tra carcere, istituzioni e territorio come i Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria a meno che non si voglia paralizzare il sistema. Che il carcere non può continuare con l’esclusiva concezione custodiale che lo ha caratterizzato fino ad oggi”.