La Polizia Postale di Asti ha denunciato un 28enne astigiano per sexextortion.
Si tratta di un giovane pregiudicato che, all’insaputa della vittima, dopo essere entrato in possesso di filmati a sfondo sessuale, autoprodotti, li pubblicava in rete.
L’attività prende avvio da una denuncia presentata da una trentenne astigiana rimasta vittima dell’estorsione.
La giovane donna aveva notato all’improvviso un aumento di richieste di amicizia (più di 800), abbellite da indelicati apprezzamenti di natura sessuale e, talvolta, di proposte di incontro, fino alla ricezione, sul proprio smartphone, di video hard autoprodotti qualche tempo prima ma mai condivisi con altri soggetti.
Le immediate ed approfondite indagini svolte dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno consentito di scovare chi si nascondesse dietro quei contatti: gli investigatori hanno accertato l’esistenza di due gruppi anonimi su Facebook, di cui uno annoverante circa 1.300 iscritti, all’interno del quale era stato postato il video associato alla ragazza e divenuto in poco tempo “popolare” nella cerchia dei più curiosi della provincia piemontese.
La ragazza ha confidato ai poliziotti di nutrire sospetti su un suo amico, cui tempo prima aveva prestato il telefonino, e che nell’atto di restituirglielo aveva inspiegabilmente commentato “bello il video”.
La denunciante, riuscita a ricostruire il percorso iniziale seguito dal filmato, aveva deciso di contattare direttamente l’amministratore del gruppo segreto Facebook per porre fine alla gogna virtuale, senza però alcun successo.
Era stata infatti ricoperta di insulti e minacce sul social network, ed inoltre avvicinata fisicamente da due giovani che avevano tentato di estorcerle del denaro.
I poliziotti della Sezione Polizia Postale di Asti, supportati dai colleghi del Compartimento Polizia Postale di Torino, hanno poi proceduto alla perquisizione locale ed informatica a carico del soggetto, rinvenendo un’ingente quantità di materiale archiviato sugli strumenti in uso al ragazzo, sequestrando i vari supporti sui quali gli investigatori effettueranno le ulteriori analisi tecniche.
La sexextortion è un fenomeno crescente e si presenta sotto due fenomenologie: una tipicamente domestica, come nel caso di specie, spesso riconducibile a coppie che si separano, con uno dei due (quello che la subisce) che viralizza sul web immagini intime dell’ex partner, l’altra, a dimensione internazionale, dettata esclusivamente da ragioni di profitto, in cui tra attore e vittima non esiste alcun legame, e gli autori sono quasi sempre localizzati all’estero (Africa o Asia), tant’è che la Polizia Postale e delle Comunicazioni sta conducendo con regolarità, in collaborazione con Europol ed Interpol, operazioni internazionali nel tentativo di indebolire le potenzialità offensive dei gruppi criminali cui quegli autori fanno capo.
In entrambi le tipologie di reato, la Specialità sta dedicando però notevoli risorse anche nel campo della prevenzione, ritenendolo ancora più importante di quello della repressione.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni consiglia pertanto:
• mai pagare la somma richiesta. Dopo il primo pagamento, infatti, seguono richieste, via via, più esose;
• bloccare, subito, il contatto, sia sulla piattaforma social che sulla videochat;
• inoltrare, immediatamente, richiesta di rimozione del video ai gestori della piattaforma sulla quale il video stesso è stato postato;
• sporgere subito denuncia.
Cosa fare per prevenire:
• mai concedere “amicizia” sui social network a persone che non sono conosciute anche nella vita reale. Concedere la propria amicizia sulla piattaforma significa, infatti, ammettere una persona estranea in uno spazio “riservato” e “privilegiato”, che è la nostra pagina personale, concedendole un enorme ed immotivato vantaggio qualora si tratti di un malintenzionato;
• a maggior ragione mai scambiare messaggi privati con utenti appena conosciuti e, men che meno, mai concedere di entrare, attraverso la webcam, nella propria casa e nella propria privacy;
• configurare le proprie pagine social in modo tale da renderle “invisibili” agli sconosciuti;
• in ogni caso, si sconsiglia di inviare immagini a sfondo sessuale anche quando si tratta di persone conosciute e a noi intime.