L’intelligenza artificiale applicata ai trattamenti ortodontici al centro dei Congressi Internazionali della Sido

redazione

 Le opportunità dell’intelligenza artificiale applicate alla diagnosi e alla cura in campo ortodontico al centro dei congressi internazionali della SIDO.
Dopo le riflessioni affrontate all’International Spring Meeting di Verona dello scorso 19-20 aprile, in cui è stato dedicato ampio spazio al tema dell’intelligenza artificiale applicata, senza preconcetti, ai trattamenti ortodontici; il prossimo appuntamento internazionale sarà a Firenze, dal 17 al 19 ottobre, per il 55° International Congress organizzato dalla Società Italiana Di Ortodonzia.

“L’intelligenza artificiale è una marea che non si può arrestare, è già entrata in campo odontoiatrico e ortodontico, quindi non dobbiamo ostacolarla, ma sfruttarne i suoi vantaggi, unendola all’intelligenza umana degli specialisti ortodontisti – spiega la SIDO -. L’intelligenza artificiale non deve essere vista come qualcosa che soppianterà la diagnosi del medico, ma al contrario come uno strumento che aiuterà il medico a performare di più”.

Entrando nello specifico dell’intelligenza artificiale applicata ai trattamenti ortodontici, per la SIDO e per il suo presidente Ute Schneider-Moser sono diversi gli impieghi che già oggi vengono fatti dagli specialisti, con indubbi benefici, sia nella diagnosi e sia nella terapia.
“I benefici che possiamo sfruttare già oggi sono molteplici – sottolinea il presidente della SIDO Ute Schneider-Moser -. Pensiamo ad esempio al supporto che l’IA può dare al medico nell’analisi dell’imaging radiografico, dell’imaging 3D o nella faticosa segmentazione delle tac delle varie strutture ossee che possiamo ricavare dall’imaging cefalometrico”. “Nella terapia invece possiamo utilizzare l’intelligenza artificiale per controllare a distanza l’andamento di un trattamento – aggiunge Ute Schneider-Moser -, che non significa smettere di visitare il paziente, ma offrire più opportunità per un follow-up puntuale in tutti quei casi in cui i pazienti possono avere difficoltà a raggiungere lo studio medico”.