Manganelli su stato della sicurezza

Massimo Scambelluri

Il prefetto Manganelli ha fatto la sua prima audizione da Capo della Polizia davanti alla commissione Affari Costituzionali del Senato. Nella sua esposizione dello stato della sicurezza ha sottolineato “preoccupazione per la criminalità diffusa legata all’immigrazione clandestina, significativa e non casuale”. Gli autori dei reati, ha precisato, “si attestano al 30% nel rapporto clandestini-cittadini”per raggiungere, nel Nord del Paese, “un livello del 50-60%”. Perciò “se al Sud la presenza dell’immigrazione clandestina è quasi marginale nella percezione di insicurezza della gente, non è così al Nord”. Sul fronte del pericolo terrorismo in Italia il neo capo della Polizia ha sottolineato: “Al Qaeda è ormai un logo, una matrice e in questo nuovo scenario il terrorista fai-da-te è pericoloso, perché i suoi esplosivi sono pericolosi quanto quelli dei terroristi superaddestrati”. Manganelli, che ha tenuto a ricordare di aver lavorato “con il consigliere Caponnetto e il giudice Falcone” ha poi osservato che il rischio di una nuova guerra tra i clan di Cosa nostra “è molto serio”. Preoccupa anche la recente aggressione squadrista a Villa Ada a Roma: “Si comincia così e poi vi sono una serie di azioni e reazioni che dobbiamo evitare”. Manganelli ha poi sollecitato il Senato ad approvare il decreto del Governo in attuazione delle nuove norme contro la violenza nel calcio, “sogno stadi senza polizia”. Sul tema della certezza della pena sollevato dalla commissione Manganelli si è poi espresso così: “Meglio pene miti, ma effettive”.