Mother of all Breaches (MOAB), il commento di Proofpoint – 12 terabyte di dati e oltre 26 miliardi di record esposti

Il recente incidente soprannominato “Mother of all Breaches” (MOAB), che ha causato l’esposizione online di 12 terabyte di dati e oltre 26 miliardi di record, rappresenta un’escalation nella portata e nella complessità delle violazioni di dati, e sta sollevando gravi preoccupazioni legate alla sicurezza dei dati.

Matt Cooke, Cybersecurity Strategist, EMEA di Proofpoint commenta:

“Negli ultimi anni Proofpoint ha osservato che i criminali informatici utilizzano tattiche che cercano sempre più spesso di accedere ai dati e non per forza di comprometterli, ponendo attenzione particolare al furto di identità. Questo ultimo leak sembra riunire dati provenienti da violazioni storiche, ma la vasta quantità di informazioni disponibili significa che è probabile che nelle prossime settimane gli attori delle minacce possano effettuare attacchi basati sulle credenziali. Il loro furto di credenziali non è una novità a livello globale e in Italia.

Nostri dati recenti rivelano che tra le aziende italiane che hanno subito un tentativo di attacco di phishing nell’ultimo anno, nel 79% lo hanno visto andare a buon fine. Alla luce di ciò, Proofpoint esorta tutti gli utenti a praticare una buona gestione delle password e assicurarsi di utilizzare password uniche per tutti i servizi che utilizzano. Dovrebbero controllare le notifiche di violazione da parte di tutti i servizi che utilizzano e cambiare la loro password se le loro credenziali potrebbero essere state compromesse.  Convalidare sempre direttamente le notifiche di violazione con i siti, poiché, anche se non ne abbiamo ancora alcuna prova, è possibile che i truffatori sfruttino le notifiche di violazione come mezzo per ingannare la loro prossima vittima. Il fragore pubblico che circonda il caso MOAB fornisce loro il pretesto, quindi è bene stare attenti.