Operazione TRIANGLE

redazione

Settecentocinquanta uomini delle polizia italiana, spagnola, polacca, inglese, belga, georgiana, turca e camerunense, con il supporto di Europol ed Interpol, e con il coordinamento di Eurojust, bussano alla porta dei 62 individui sospettati di appartenere ad  un sodalizio criminale, prevalentemente di origine nigeriana e camerunense, responsabile di un numero enorme commesse ai danni di piccole e medie imprese di mezzo mondo. 

 

Il gruppo, dedito al riciclaggio di ingenti somme di denaro provento di phishing di ultima generazione, utilizzava la tecnica in gergo tecnico “man-in-the-middle” (uomo in mezzo) consistente nell’accesso informatico abusivo a caselle di posta elettronica di aziende italiane ed estere commesso attraverso tecniche di hackeraggio e social engineering grazie al quale il gruppo criminale si inseriva nei rapporti commerciali tra aziende, all’insaputa delle stesse, indirizzando i reciproci pagamenti su conti correnti nella disponibilità dell’organizzazione.

 

Il bilancio dell’operazione è notevole: 62 arresti, 82 le perquisizioni domiciliari, sequestrati 40.000 euro, 30 smart phones, 10 tablet e 15 personal computer.

 

Tre personaggi di spicco dell’organizzazione di origine nigeriana, riescono però a sottrarsi alla cattura in quanto rifugiatisi in Nigeria.

 

A distanza di quattro mesi, durante i quali vengono esperite indagini a tutto campo, gli investigatori nigeriani dell’EFCC, Economic and Financial Crimes Commission, riescono nell’arresto dei tre fuggiaschi.

 

Sulla base delle informazioni raccolte dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, le autorità governative nigeriane, hanno iniziato un’autonoma attività di indagine che ha permesso loro di rintracciare i tre fuggitivi all’interno delle proprie abitazioni, situate in vari punti della città di Lagos.

 

I tre criminali rivelatisi di una classe sociale medio-alta, un ingegnere meccanico e due proprietari di piccole imprese con interessi in campo internazionale, hanno ammesso di essere amici da tempo.

 

 

 

 

 

Nelle loro case sono stati rinvenuti e sequestrati computer, telefoni cellulari, sim card, vari supporti di memoria, oltre a una notevole quantità di documenti bancari comprovanti l’attività fraudolenta.

 

Per la prima volta, Polizia italiana e Autorità governative nigeriane hanno lavorato fianco a fianco nel contrasto al cyber crime internazionale, senza riserva alcuna, condividendo le loro conoscenze sul fenomeno e consentendo così di smantellare la cellula nigeriana del gruppo transnazionale in argomento.

 

“Da tempo sosteniamo che perché possa essere efficace, la lotta al cyber crime deve fare sistematico riferimento al partenariato pubblico-privato ed alla cooperazione internazionale” – ha detto Roberto Di Legami Direttore del Servizio Polizia Postale  e delle Comunicazioni – “ Il successo dell’operazione di oggi è il risultato di una collaborazione affidabile e trasparente  tra la Polizia di Stato italiana e l’agenzia nigeriana EEFC, il cui know-how e conoscenza approfondita dei gruppi criminali operanti sul proprio territorio ha reso possibile l’arresto dei tre principali organizzatori di una organizzazione criminale che operava su larga scala e che si è resa responsabile di un numero indefinibile di frodi commesse nei 5 Continenti ai danni di singoli e imprese di piccole e medie dimensioni, riusciti a sottrarsi alla cattura qualche mese fa. Questo a conferma del fatto che non esiste luogo sicuro per i criminali, questo grazie anche all’aiuto dei colleghi nigeriani.”