Pacchetto clima, sui costi la UE contesta l’Italia

Fabrizio d'Andrea

Mi chiedo come mai tutte queste obiezioni – ha dichiarato Dimas – grazie al pacchetto l’occupazione salirà dello 0,3% e ci sarà più sicurezza energetica, più energia rinnovabile e un futuro con minori emissioni. Il commissario Ue all’ambiente, Stavros Dimas, si è detto allibito per le obiezioni avanzate all’Italia sul pacchetto di misure europee sul clima. L’Italia è uno dei Paesi che probabilmente farà l’affare migliore, ha proseguito il commissario, sottolineando di non vedere per il nostro Paese alcuno svantaggio. Le stime sui costi diffuse in Italia sull’impatto del pacchetto clima sono fuori di qualsiasi proporzione rispetto a quanto stiamo chiedendo di fare. È stato categorico il commissario Dimas, commentando le dichiarazioni rese durante il summit Ue dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e da vari esponenti del mondo industriale italiano. Non so da dove vengano fuori queste cifre – ha spiegato – perché secondo la Ue i costi sarebbero tra i 9,5 e i 12,3 miliardi, mentre in Italia si parla di 18-25 miliardi. In questo modo Dimas ha contestato anche il valore dell’1,4% del Pil entro il 2020 denunciato da Roma: non è quello contenuto nei nostri scenari, per l’Italia ci sarà un costo che oscillerà tra 0,51 e 0,66% del Pil ma questo non significa una perdita di valore in quanto i soldi rimangono nel Paese, si tratta di introiti che possono essere riutilizzati. Il Governo non si isoli e accetti il negoziato: lo ha dichiarato Francesco Rutelli commentando le notizie sul clima provenienti da Bruxelles. Nella sfida ai cambiamenti climatici – ha inoltre aggiunto il senatore del Pd – il Governo deve chiarire agli italiani e all’opinione pubblica europea ed internazionale perché l’Italia è in grado di fare la sua parte.