Millecento siti on line di insospettabili aziende (un centinaio solo in Italia), "infettati" a loro insaputa con materiale pedopornografico messo in vendita attraverso i link inviati con normali tecniche di spamming. E’ la scoperta fatta dalla Polizia postale e delle comunicazioni che, con l’ aiuto di Europol ha ripulito i server distribuiti in 30 paesi e ricostruito l’ intera, avanzatissima filiera tecnologica di "web masquerating". Le indagini, coordinate dalla procura di Venezia ("Venice carnival" il nome dell’operazione), sono partite all’ inizio del 2009 dalla segnalazione di una nonna che, navigando sulla rete in cerca di un regalo per i suoi nipotini, aveva cliccato sull’ indirizzo di un negozio virtuale ritrovandosi su un sito web di abusi sessuali su minori.
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