Polizia, donne tra elicotteri e volanti

Massimo Scambelluri

Sono passati cinquant’anni dal giorno in cui la prima donna entrò nel corpo della Polizia di Stato. A quei tempi c’era chi non avrebbe scommesso molto sull’operato del gentil sesso in divisa. A distanza di mezzo secolo, si può dire – dati alla mano – che le donne rappresentano un vero "valore aggiunto" per la Polizia italiana. Determinate, preparate, coraggiose e sensibili: a loro è dedicato il numero di marzo di Poliziamoderna, la rivista ufficiale del corpo. Sedici pagine di inserto tra dati, tabelle e percentuali, da cui emerge una fotografia dell’evoluzione storico-sociale delle signore col distintivo: c’è chi ha scelto i reparti speciali, le volanti, il settore aereo o la Digos. Ci sono sommozzatrici, disegnatrici di identikit, artificiere e esperte in difesa nucleare, batteriologica, chimica e radiologica. Un universo vastissimo e in forte crescita di anno in anno: basti pensare che nel 2010 le donne in cremisi – il colore istituzionale della Polizia – sono diventate 14.862, con un aumento di oltre 2.000 unità rispetto a cinque anni fa. A chi le chiama "femmine" o "femminucce", rispondono con un sorriso: "Sono pilota da vent’anni, ho ben altro a cui pensare", scherza Valeria Cangelosi, vicecapo del reparto di volo di Palermo. In termini assoluti, le donne costituiscono il 13% delle forze complessive e sono presenti in tutte le specialità e funzioni particolari. Rilevante è la presenza nei ruoli tecnico-scientifici, dove la quota sale oltre il 30%. Ma a fare la differenza è l’intensità con cui le donne vogliono la divisa. Rispetto ai colleghi uomini, infatti, l’indice di progressione delle poliziotte è nettamente superiore: una crescita di 8.000 unità dal 2005 a oggi, contro un +5.118 registrato dagli uomini. La maggior parte è originaria del Mezzogiorno (5.017) e delle isole (1.828), ma in molte si trasferiscono al Centro e al Nord, dove la presenza femminile si aggira, rispettivamente, attorno al 37 e al 34%. Alla Liguria spettano il primato regionale del più alto tasso rosa (19,5%, con 3.304 uomini e 802 donne in servizo) e il record della provincia di La Spezia, dove le donne sono il 28% del personale. Secondo Poliziamoderna le garanzie lavorative offerte dal corpo "sono preziose non solo per le pari opportunità di accesso iniziale, ma anche per le condizioni ugualitarie di trattamento economico e di avanzamento nella carriera". Una rarità, se si considera che il nostro Paese è ai primi posti nell’Unione Europea per quanto riguarda la discriminazione di genere. I dati, infatti, mostrano che una ogni 100 donne che entrano in Polizia riesce ad arrivare alle cariche più alte, cioè ai ruoli dirigenziali, e 6 su 100 al ruolo direttivo di commissario, mentre un uomo ogni 150 diventa dirigente e solo l’1,8% prende i gradi da commissario. La ragione va ricercata nel fatto che molto spesso le poliziotte hanno una preparazione di base migliore rispetto a quella dei colleghi: più del 22% , infatti, è in possesso di lauree e specializzazioni successive. Dalle squadre mobili ai reparti di volo, nel tempo la presenza delle donne si è estesa a tutti i reparti della Polizia. Più di un terzo risulta in servizio presso le quattro specialità (stradale, ferroviaria, frontiera e postale) e i reparti speciali (le volanti, il settore aereo, la Digos, i cinofili, ecc). A La Spezia la sommozzatrice Luisa Cavallo guida i 140 uomini del Centro nautico, mentre a Teramo e Grosseto ci sono due questori in rosa, rispettivamente Amalia Di Ruocco e Maria Rosaria Maiorino. In molte città sono sempre di più le signore che girano in motocicletta calzando gli stivaloni della stradale, o che pattugliano le strade nel cuore della notte a bordo delle volanti. Il tutto, molto spesso, dovendo conciliare le esigenze del lavoro con quelle della famiglia: la maggioranza, infatti, è sposata (52,6%) e quasi due terzi (il 63%) è mamma di almeno un bambino. Ci sono poi i casi delle "super-mamme": due esempi su tutti l’agente scelto che presta servizio alla questura di Forlì/Cesena e il collaboratore tecnico capo alla questura di Reggio Emilia, entrambe con 7 figli.