Protezione Civile: incontri sulla “Gestione dell’emergenza terremoto”

redazione

Dal 22 al 28 novembre, 50 esperti di gestione delle emergenze sismiche provenienti dalle strutture di protezione civile e da altre organizzazioni e amministrazioni dei paesi Mediterranei e dell’area Balcanica parteciperanno a tre eventi organizzati dal Dipartimento della Protezione Civile italiana nell’ambito del Programma sulla Prevenzione, Preparazione e Risposta ai Disastri Naturali e Antropici (PPRD South), finanziato dall’Unione Europea con 5 milioni di euro.

Ad aprire i lavori, il 22 novembre presso il Dipartimento della Protezione Civile a Roma, sarà un seminario sui terremoti che, sulla base dell’esperienza maturata dall’Italia, permetterà di confrontare strumenti, strategie e politiche per la gestione del rischio sismico, che negli ultimi cento anni ha provocato nel Mediterraneo più di 140.000 vittime e quasi 60 miliardi di euro di danni.

Tra i temi principali in agenda, le iniziative di partenariato tra la protezione civile nazionale e gli organismi tecnico-scientifici per l’analisi e la valutazione del rischio di terremoti: i sistemi nazionali per il monitoraggio del livello di rischio tellurico verranno analizzati insieme ai diversi criteri per la classificazione sismica del territorio in uso nei paesi dell’area Euro-Mediterranea. Verranno esaminati anche i progressi nella messa in opera nei diversi paesi dei codici costruttivi antisismici e l’importanza crescente delle iniziative di sensibilizzazione ed educazione per assicurare il comportamento corretto da parte della popolazione in caso di terremoto.

Il seminario sarà seguito da una visita di studio a L’Aquila, durante la quale verranno presentati gli interventi post-sisma realizzati dal Governo italiano per garantire alloggi sicuri e la regolare ripresa dell’anno scolastico alla popolazione colpita dal terremoto del 6 aprile 2009.

Dal 26 al 28 novembre, infine, i partecipanti all’iniziativa saranno in Toscana, dove prenderanno parte all’esercitazione internazionale sulla gestione delle emergenze sismiche TEREX2010 (Tuscany Earthquake Relief Exercise), nel corso della quale si verificheranno sul campo le procedure di coordinamento dei soccorsi internazionali in caso di terremoto, come pure l’efficienza e efficacia delle squadre di soccorso europee.

Al termine della settimana di attività, i partecipanti avranno sviluppato una conoscenza approfondita delle opzioni disponibili per la mitigazione del rischio sismico e saranno capaci di identificare le priorità di azione e di selezionare gli strumenti e le misure appropriate per ridurre l’impatto di potenziali terremoti nei loro rispettivi paesi.

Il rischio sismico nel Mediterraneo

I terremoti sono i disastri naturali più distruttivi nella regione Mediterranea. Dal 226 AC quando un famoso terremoto colpì Rodi e distrusse il famoso “colosso”, la storia del Mediterraneo è scandita da terremoti devastanti. Per menzionare solo i più distruttivi, nel maggio 526 un terremoto colpì la regione di Aleppo e Antiochia nell’Impero Bizantino causando 250.000 vittime. Il terremoto del Golan nel 769 distrusse completamente le città di Tiberiade, oggi in Israele, e Pella, oggi in Giordania, e danneggiò severamente la moschea Al-Aqsa a Gerusalemme. Un altro terremoto nel 1303 a Creta provocò un enorme tsunami che devastò Alessandria d’Egitto. Nel 1693 la Sicilia e Malta vennero colpite da un terremoto concomitante con un’eruzione dell’Etna che distrusse 45 tra città e paesi e provocò la morte di più di 60.000 persone. Il terremoto e tsunami di Messina del 1908 causò circa 70.000 vittime nel sud d’Italia. Recenti terremoti hanno messo in evidenza il problema degli edifici moderni costruiti con tecniche e materiali inadeguati, da quello di Agadir del 1960, che provocò la morte di 15.000 persone, circa un terzo della popolazione della città marocchina, a quello di Izmit che uccise circa 17.000 persone in Turchia nel 1999. Negli ultimi 10 anni terremoti devastanti hanno continuato a provocare vittime e danni nella regione Mediterranea, da quello di  Boumerdès in Algeria del 2003 che ha provocato più di 2.250 vittime, a quello di Al-Hoceima in Marocco del 2004 che ha provocato più di 600 morti, fino a quello de L’Aquila del 6 aprile 2009, che ha provocato oltre 300 vittime e duramente colpito un capoluogo di regione, con pesanti ripercussioni socio-economiche nonché sul patrimonio artistico-culturale.

Contesto del Programma PPRD South

PPRD South è la terza fase del Programma Euro-Mediterraneo per la Protezione Civile finanziato dalla Commissione Europea a partire dal 1998. Sulla base dei risultati ottenuti nelle fasi precedenti – la prima fase “Pilota” gestita da Italia ed Egitto nel periodo 1998-2004 e la seconda fase “Bridge” a gestione francese nel periodo 2004-2008 – il PPRD South mira a sviluppare una cultura di protezione civile basata sulla prevenzione piuttosto che sulla risposta.

La terza fase del Programma è gestita da un gruppo di quattro paesi chiave per gli equilibri strategici del Mediterraneo – Italia, Francia, Egitto e Algeria – insieme alle Nazioni Unite. La Protezione Civile Italiana, rafforzata dai buoni risultati ottenuti nella gestione delle ultime tragiche emergenze che hanno colpito il paese, ha ricevuto l’incarico dalla Commissione Europea di guidare il gruppo e di indirizzare le attività del Programma.

Il Programma ha l’obiettivo di sviluppare le capacità di prevenzione, preparazione e risposta ai disastri dei servizi di Protezione Civile della regione Euro-Mediterranea attraverso la cooperazione istituzionale rafforzata, sia tra l’Unione Europea e i paesi partner del Mediterraneo che tra questi stessi paesi. Questo a sua volta genererà una più efficace protezione delle persone, delle infrastrutture, del patrimonio culturale e dell’ambiente naturale in caso di disastri.

PPRD South organizza, tra l’altro, una serie di seminari di formazione sui più frequenti e devastanti disastri nella regione Mediterranea – terremoti, alluvioni, siccità, tsunami, incendi boschivi – prepara mappe del rischio nazionali e regionali, predispone visite di studio e esercitazioni, fornisce assistenza tecnica e contribuisce a migliorare la circolazione dell’informazione e a sensibilizzare le popolazioni del Mediterraneo sull’esposizione al rischio, la prevenzione e la preparazione.