Ratti e topi, ospiti indesiderati ‘a sorpresa’ nei luoghi di lavoro: non si vedono, ma possono infestare questi ambienti provocando seri danni

redazione

Sono piccoli, ma possono raggiungere anche i 40 cm di lunghezza. Grazie alla loro particolare struttura corporea, sono in grado di passare attraverso fessure di soli 6mm nei pressi degli infissi, sotto le porte o nelle crepe nei muri. Cominciano ad essere avvistati nel periodo autunnale e tendono spesso a ripararsi nei luoghi chiusi e umidi, complice anche l’arrivo delle temperature più fredde che li costringe a cercare riparo e cibo.
Stiamo parlando dei roditori – ratti e topi in particolare – specie di infestanti tra le più dannose e con le quali, purtroppo, si viene sempre più frequentemente a contatto anche a causa della progressiva urbanizzazione degli ambienti naturali.

Specialmente nelle aziende, la proliferazione di ratti e topi può causare seri problemi e danni ingenti alle strutture. I roditori sono infatti eccellenti arrampicatori, in grado di correre su pareti lisce che contengono cavi e tubi e addirittura provocare seri danni ai sistemi elettrici. Questi ultimi sono dovuti dal rosicchiare causato dall’esigenza dei roditori di accorciare la coppia di denti incisivi in continua crescita.

Il fenomeno della presenza dei topi nei luoghi di lavoro è un problema spesso sottovalutato. Secondo la ricerca[i] che Rentokil, leader mondiale in servizi di disinfestazione e derattizzazione, ha commissionato a Doxa per indagare come gli italiani si rapportino agli infestanti, il 14% del campione ha affermato di aver visto almeno una volta ratti o topi nei luoghi di lavoro. Una percentuale apparentemente poco rilevante, ma che proiettata all’universo di riferimento porterebbe a stimare che circa 5 milioni di persone hanno avuto dei ‘coinquilini’ indesiderati. E la ricerca conferma anche proprio questa mancanza di simpatia nei confronti dei roditori: 3 italiani su 4 infatti identificano la presenza di ratti e topi come sinonimo di scarsa igiene, dato ulteriormente rafforzato dalla paura del 70% degli intervistati che i roditori possano trasmettere malattie e infezioni.