Sequestrati oltre 100 animali in un parco dell’Abruzzo

la redazione

Circa 110 animali esotici e selvatici sono stati posti sotto sequestro presso un noto parco zoo in Abruzzo dal Corpo forestale dello Stato, in quanto la struttura che li ospitava in condizioni non idonee al loro benessere ed esercitava l’attività di giardino zoologico senza la necessaria autorizzazione.  Il parco zoo, all’interno del quale si trovavano giaguari, leoni, tigri, puma, gatti selvatici, linci, bertucce, canguri, coccodrilli, caimani, boa costrittori ed iguane, è stato sequestrato dal personale della Sezione investigativa del Servizio CITES di Roma del Corpo forestale dello Stato. Oltre ad esercitare senza la licenza prevista dalla direttiva europea sugli zoo, gli esperti del Servizio CITES hanno riscontrato anche una serie di irregolarità sulle condizioni di detenzione degli animali e sui recinti e le gabbie che li ospitavano. In particolare il coccodrillo nano e due caimani erano detenuti in una piccola vasca con acqua putrescente e, a causa di un’interruzione della fornitura elettrica, non beneficiavano delle condizioni di temperatura e umidità necessarie alla loro sopravvivenza. Proprio per questo ai titolari della struttura è stato contestato il reato di maltrattamento degli animali e rischiano la chiusura definitiva dello zoo se il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, autorità preposta alla vigilanza, sancirà la mancanza dei requisiti minimi per l’esercizio di tale attività.

La direttiva europea sugli zoo, recepita in Italia con un decreto legislativo del 2005, infatti,  impone il rispetto di rigorosi requisiti per il suo rilascio come la partecipazione a progetti di conservazione della specie, il rispetto della sicurezza delle strutture per i visitatori e gli operatori, il benessere degli animali e il rispetto di procedure di sicurezza che impediscano la fuoriuscita degli stessi. In forza di tale norma, gli zoo italiani sono tenuti ad adeguarsi agli standard minimi imposti dalla direttiva europea e migliorare il livello di gestione dei centri a vantaggio della conservazione della specie, del benessere animale, della sicurezza dei visitatori e anche della divulgazione ambientale.