Sicurezza, comparto sul piede di guerra

Paola Fusco

”Oggi il Paese è in lutto, perché è morta la sicurezza”. Epitaffi e nastri neri al braccio: sono ricorsi alla metafora funebre, i sindacati del comparto Sicurezza e Difesa, che manifestano davanti a Montecitorio per chiedere l’aiuto ai parlamentari, affinché intervengano sulla manovra per i conti pubblici ” del governo Berlusconi, che con una pugnalata ha trafitto la funzionalita’ di tutte le forze di
Polizia”. Sono gia’ piu’ di mille i rappresentanti sindacali di Polizia, Vigili del fuoco, Corpo forestale, Cocer Guardia di Finanza e Aeronautica, che manifestano in rappresentanza dei 450 mila uomini del comparto. Chiedono al governo che si intervenga attraverso ” l’ interpretazione della norma – ha spiegato il segretario del sindacato di Polizia Sap, Nicola Tanzi – nella relazione tecnica di accompagnamento alla manovra. E’ vero che il governo ha blindato il decreto, ma siamo fiduciosi che si possa ancora intervenire”. E in caso contrario, sottolineano le forze di Polizia, si mette in crisi la sicurezza dei cittadini, gia’ minata con i tagli operati dalla precedente manovra fiscale". I manifestanti evidenziano come la combinazione del taglio alle risorse previsto dalla manovra e la
legge sulle intercettazioni mettano a rischio la sicurezza dei cittadini e quella delle forze dell’ ordine. Come sottolinea Marco Moroni, segretario del sindacato autonomo della polizia ambientale e forestale (Sapaf): ” Tagliano i fondi e anche uno strumento di indagine sul quale si basa l’ 80% della nostra
attivita’ di contrasto ai reati ambientali”. ” Siamo buoni solo quando stiamo all’ interno di una bara”, ha detto il delegato Cocer Guardia di Finanza, Maurizio Dori, che e’ preoccupato perche’ non abbiamo il futuro assicurato e questo nonostante ” Tremonti abbia detto che le Fiamme Gialle sono uno strumento centrale nel contrasto al commercio”. Senza risorse, proseguono i manifestanti, viene meno oltre al turnover, al pagamento degli straordinari, alle dotazioni, anche l’ aggiornamento che e’
essenziale per garantire livelli di sicurezza ottimali. ” La situazione e’ ancora piu’ grave per quelli che operano nelle carceri – ha affermato il segretario del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece – dove non abbiamo nemmeno sapone, carta igienica e cibo. Fino a quando possiamo resistere?”. Inoltre, come hanno evidenziato i rappresentanti dell’ Ugl Coordinamento nazionale della sicurezza ” del fondo unico giustizia, che dovrebbe sopperire al taglio ai ministeri, ne abbiamo solo sentito parlare. Sembra ci siano un miliardo e mezzo ma non si sa ancora quando e come verranno destinati”. Intanto in queste ore una delegazione composta da Siulp, Sap, Siap, Sapp, Sapaf e’ stata ricevuta dal capo della segreteria del presidente della Camera, Alberto Solia, per
 illustrare le
ragioni della protesta.