La domanda di sicurezza continua a essere al centro delle priorità e dei bisogni dei cittadini, soprattutto di chi è stato vittima di reati. Donne e soprattutto anziani a temere di più. L’insicurezza si correla anche all’integrazione sociale, più sicuri si sentono i laureati, meno quelli con un basso livello di scolarizzazione. È quanto emerge dai dati del rapporto redatto dall’Eures “La percezione di sicurezza tra i cittadini del Lazio”. L’istituto di ricerche economiche e sociali ha condotto un indagine su in campione di 2005 persone nel mese di febbraio. Dalle interviste è emerso che la criminialità diffusa è percepita in crescita nelle province di Frosinone, Roma e Rieti. Al comune di Roma si può parlare di “effetto Caffarella”, dove infatti risulta particolarmente diffusa la percezione dell’aumento dei reati compiuti da stranieri. Media, politici e isolamento sociale, i cooresponsabili per i cittadini dell’aumento della paura. La mancanza di risposte adeguate da parte delle istituzioni, così come l’elusione o la sottovalutazione del problema, sono percepite come cause dell’aumento della paura, anche perché la convivenza e la dinamica sociale, condizionate dall’insicurezza, generano comportamenti e atteggiamenti di diffidenza, di chiusura e di rifiuto dell’altro. Ne è una conseguenza, spiega l’Eures, la crescente tensione e paura nei confronti degli stranieri così come la lettura della devianza come questione principalmente individuale. Il quadro che emerge dal campione è di una società che in larga misura si autoassolve, vedendo nell’autore di reato un diverso, un altro da sé anche come quando, come le statistiche oggettive certificano, ha spesso il volto di un familiare, di un conoscente, di un collega o di un amico. Secondo i dati rilevati il 45% degli intervistati si sente più insicuro, rispetto all’anno precedente, nel proprio comune o quartiere. Nella provincia di Roma la percentuale sale al 50,1%. A sentirsi più insicure soprattutto le fasce deboli: il 50,3% delle donne e il 52% degli ultrasessantaquattrenni intervistati. Più grande è il comune più aumenta l’insicurezza. Nei comuni fino a 15mila abitanti il 34,1% dei cittadini si sente più insicuro, ma l’insicurezza sale al 40,5% nei comuni di 15-50 mila abitanti, al 47,1% in quelli con 50-250 mila abitanti per arrivare al 51,2% nella Capitale. Più sicure risultano le province di Rieti e Latina con appena il 17,5% e il 17,7% di intervistati insicuri; segue Frosinone con 31,3% e Viterbo con 39,9%.
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