Sicurezza stradale, situazione ancora critica

Adria Pocek

Sono state rese note le conclusioni dell’indagine conoscitiva sulla sicurezza stradale approvato dalla Commissione Trasporti della Camera che, per oltre un anno, ha approfondito il problema procedendo anche a numerose audizioni. Oltre a porre l’accento sulla esigenza di miglioramento delle infrastrutture stradali, il documento evidenzia l’esigenza di un migliore coordinamento – con apposita struttura – delle attività di controllo e manutenzione, nonché della segnaletica ”superando la frammentazione di competenze attualmente esistente”. E’ indispensabile superare i notevoli punti di criticità ancora esistenti con una più intensa attività di istruzione scolastica e di formazione specialistica, con il miglioramento dello stato delle infrastrutture, con il varo di una struttura centrale apposita che superi l’attuale frammentazione di competenze in materia e con il varo della normativa di riforma del codice della strada. Queste le principali indicazioni del documento.
Tra il 1973 e il 2006 si sono registrati in Italia 254.000 morti e più di 8 milioni di feriti per incidenti stradali. Per effetto del provvedimento sulla patente a punti dal 2003 si è verificato un trend discendente, soprattutto nell’anno successivo, con un calo dell’indice di mortalità dal 2,4 a 1,7 (numero dei decessi per 100 incidenti), ma la flessione ha prodotto un rallentamento nell’ultimo triennio pur in presenza – soprattutto tra il 2006 e il 2007 – di un forte incremento delle attività di vigilanza sulle strade e dei controlli con etilometri.
L’indagine conoscitiva, deliberata nell’ottobre 2006, si basa soprattutto sui dati forniti dai Ministeri dei Trasporti, dell’Interno, dall’Aci e dalle rilevazioni Istat e l’approvazione del documento conclusivo è stata concordemente deliberata dai gruppi, malgrado lo scioglimento delle Camere, proprio per fornire una traccia di lavoro per il nuovo Parlamento che sarà eletto il 13-14 aprile congiuntamente con il disegno di legge 2480 di riforma del codice della strada che è stato approvato dalla Camera, rivisto dal Senato, nuovamente ridiscusso dai deputati fino al 17 gennaio scorso e bloccato sul filo di lana – malgrado una sostanziale convergenza di valutazioni – per l’anticipata conclusione della legislatura.
Il documento approvato pone ampiamente in luce i molti punti di criticità ancora esistenti e la conseguente difficoltà di raggiungere l’obiettivo di dimezzamento del tasso di incidentalità e del numero dei decessi per sinistri stradali entro il 2010, come previsto dal Libro Bianco sulla politica dei trasporti approvato dalla Commissione della UE nel 2001.
L’analisi effettuata dalla Commissione parte, infatti, dal quadro previsto dalla normativa comunitaria e dal vigente Codice della strada introdotto con il decreto legislativo del 1992 di cui era prevista un’organica revisione proprio con il ddl 2480 varato dal Governo e ampiamente discusso dalle Camere senza arrivare al definitivo via libera. Nei suoi 30 articoli il progetto punta a una profonda rivisitazione delle disposizioni esistenti (oltre alle misure anticipate con il decreto legge dell’agosto 2007 convertito nella legge 160 del 2 ottobre e con il DL 115 del 2005) facendo leva sulla formazione dei sedicenni autorizzati a iniziare la preparazione alla guida con un tutor, a esercitazioni anche in autostrada e in ore notturne, alla destinazione dei maggiori proventi delle multe alla manutenzione stradale e al miglioramento della segnaletica, all’obbligo di revisione della patente per chi ha subito gravi traumi, all’inasprimento di sanzioni per chi ha compiuto violazioni alla guida di veicoli destinati al trasporti di persone e cose, all’introduzione di aggravanti per conducenti in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, al prolungamento della sospensione della patente per incidenti provocati da neopatentati, all’affidamento – come alternativa alla detenzione – ai servizi sociali per i responsabili di gravi incidenti prestando assistenza alle vittime o ai loro familiari.
L’indagine ha ampiamente evidenziato che per accentuare la sicurezza non basta puntare solo su sanzioni più severe. E’ essenziale un deciso incremento dell’attività di controllo. Perchè ”è l’aumento della probabilità di essere sorpresi a commettere una violazione del codice stradale e non solo l’inasprimento della relativa sanzione a fungere da deterrente per i conducenti”.
Il numero delle pattuglie di polizia stradale e dei carabinieri impiegate ha registrato un incremento del 7% tra il 2006 e il 2007 e nello stesso periodo i controlli effettuati con etilometri sono passati da 241.935 a 790.319 con 47.000 casi accertati di guida in stato di ebbrezza. Ma nello stesso periodo sono diminuiti i controlli effettuati con misuratori di velocità, anche se più recentemente è stato attivato il sistema Tutor. L’indice di mortalità è pari al 6,1 nelle strade extraurbane, a 1,3 in quelle urbane e al 4,4% sulle autostrade.