Social: bolletta della luce addio, arrivano rabarbaro e biciclette

Samanta Sarti

Superata la vetta delle 60.000 azioni di engagement per la prodigiosa cyclette Free Electric progettata da un miliardario americano di origine indiana. Prodigiosa non solo perché, come le consimili a due ruote, aiuterà a mantenersi in forma, ma soprattutto grazie al fatto che il sudore e le energie perse pedalando, per almeno un’ora, si trasformeranno in energia elettrica sufficiente a “ricarire la casa” per un’intera giornata. La bicicletta, spiega Bhargava, l’ideatore del prototipo, "ha un funzionamento semplice e un costo non superiore ai 100 dollari, è facile da riparare in caso di bisogno e genera energia pulita, evitando anche il rischio di rimanere senza elettricità in caso di blackout".

Scopo simile – ossia risparmio in bolletta, biocompatibilità ed energia rinnovabile in tutte le case – si sono prefissi di realizzare, entro il 2017, la prestigiosa Università di Harvard in collaborazione con un team di ricercatori dell’Università Tor Vergata e la Fondazione Bruno Kessler di Trento: senza sudore, questa volta, ma grazie alla pianta perenne del rabarbaro. La curiosa notizia ha raccolto ben 6.800 azioni di engagement e conferma il crescente interesse degli internauti italiani per lo sviluppo e la ricerca di fonti di energia biosostenibili e alternative, possibilmente lowcost. "Uno dei problemi delle rinnovabili è la possibilità di accumularla", ha spiegato la biologa Adele Vitale, del gruppo di sviluppo del prototipo di Green Energy Storage . "Non può essere prodotta costantemente, in caso di mancanza di vento o di sole, mentre in altri momenti invece se ne produce troppa. Per questo è necessario accumularla. La soluzione per farlo è quello di usare batterie, ma il loro limite sono i costi e soprattutto l’impatto ambientale: spesso usano al loro interno metalli tossici. La nuova tecnologia sfrutta invece una molecola prodotta dalle piante durante la fotosintesi, detta chinone, facilmente estraibile dal rabarbaro”.

La dichiarazione del primo ministro svedese, Stefan Löfven, davanti all’assemblea generale dell’Onu – "i bambini devono crescere in un ambiente sano, privo di tossine. Combattere le sostanze nocive e far pagare chi inquina è alla base del nostro modo di fare politica" – , ha fatto centro. Quasi 70.000 azioni di engagement (Fonte Dati: Data Web, Gruppo Data Stampa) per una notizia che conferma la volontà pratica, ormai conclamata da tempo nei Paesi Nordici, di puntare parte degli investimenti e dello sviluppo economico sul settore delle fonti rinnovabili. La vera rivoluzione, in specifico, sta nel fatto che la Svezia, paese industrializzato con dieci milioni di abitanti, voglia eliminare completamente il carbone entro i prossimi 20 anni. Oltre 4,5 miliardi di corone verranno stanziate per “infrastrutture verdi” e altri 50 milioni di corone saranno spesi in ricerca e sviluppo per lo stoccaggio dell’elettricità