Social: Isis, bufale WhatsApp e schede Sky fasulle i trend sula rete

Samanta Sarti

Soglia di attenzione sempre molto alta da parte degli internauti italiani (oltre 50 mila azioni di engagement; fonte dati: Data Web, Gruppo Data Stampa) intorno all’azione di Anonymous per oscurare migliaia di siti online afferenti all’Isis. Attenzione che, stando ai dati di viralità, persiste immutata dal giorno successivo gli attacchi terroristici di Parigi, quando il capo degli hacktivisti ha lanciato via etere, in tutto il mondo, la propria sfida al Califfato.

Segue, con oltre 20.000 di viralità, l’alert scattato grazie alla pagina Facebook "Una vita da social", la campagna educativa realizzata dalla Polizia di Stato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e ripreso dall’account Facebook della Polizia di Stato, “Agente Lisa”. L’alert riguarda il messaggio-bufala veicolato da WhatApp Messenger che esorta a non aprire mail che abbiano per oggetto “Siamo tutti a Parigi”. In realtà una simile mail non esiste ma, avvisano gli Agenti, il messaggio potrebbe arrivare anche tramite SMS e, se aperto, danneggerebbe gravemente gli smartphones. Invito, dunque, alla prudenza: i truffatori online sfruttano biecamente le sciagure umane, in questo caso gli attentati di Parigi, per appropriarsi dei dati personali di ignari utenti.

La volontà di Renzi, ossia combattere il terrorismo con il cellulare, palesata all’Italian Digital Day presso la Reggia di Venaria,  ha totalizzato quasi 11.000 azioni di engagement. Per il Premier, infatti, uno dei modi concreti di contrastare la minaccia terroristica, oltre a quelli già adottati a livello globale,  passa attraverso i canali social, "taggando i potenziali soggetti pericolosi", utilizzando "cyber security e cyber technology".

Quasi 4.000 di viralità per una notizia “locale”. Schede pirata di molte pay tv, tra cui Sky e Premium sequestrate in cinque Regioni dalla guardia di Finanza di Trento. L’operazione, durata circa un anno, ha smascherato un’associazione a delinquere dedita al card sharing, la condivisione illecita attraverso la rete, dei servizi di alcune importanti piattaforme pay tv. Danno stimato: circa 1 milione di euro. La vasta attività di perquisizione ha portato al sequestro di numerosi decoder, apparati informatici e decine di hard disk utilizzati sia dagli associati sia dai clienti. Il servizio, offerto dall’organizzazione a fronte di un canone mensile molto conveniente (l’80% in meno rispetto ai listini ufficiali), comprendeva pacchetti completi e programmi televisivi forniti a pagamento dalle varie emittenti televisive, cui si affiancava un’assistenza h24, 7 giorni su 7, sia on-line (telefonica ed in remoto via internet), sia a domicilio.