Sulla morte di Gabriele Sandri indagini senza reticenze

Red

La morte di Gabriele Sandri è stata un tragico errore, sul quale si indagherà senza reticenze, ma che in nessun modo giustifica le violenze estremamente gravi contro la polizia che si sono verificate in diverse città italiane. Questo, in sintesi, quanto dichiarato dal ministro dell’Interno Giuliano Amato al termine delle partite, dopo aver ripetutamente sentito al telefono sia il capo della polizia Antonio Manganelli sia il premier Romano Prodi con il quale ha concordato le direttive da seguire. Con il Capo della Polizia Manganelli Amato ha parlato ripetutamente nell’arco della giornata per informarsi sugli sviluppi dell’indagine e per capire cosa sia effettivamente accaduto stamattina nell’area di servizio nei pressi di Arezzo. Il Ministro Amato ha avuto, per prima cosa, un pensiero di cordoglio per la famiglia di Gabriele Sandri:” Voglio esprimere innanzitutto il mio cordoglio. Oggi è morto un ragazzo e il mio primo pensiero va alla famiglia e a tutti coloro che gli volevano bene’”. Poi, pur sottolineando che la dinamica di quanto accaduto non è ancora perfettamente chiara, parla di un “ tragico errore di un agente che era intervenuto per evitare che una rissa tra tifosi potesse degenerare”. Amato ribadisce con forza che il Governo non avrà reticenze nell’accertare le responsabilità di quanto accaduto, ma nel contempo esprime una ferma condanna del clima di violenza che si respira nel mondo del calcio e della “caccia all’agente” che si è scatenata dopo la notizia della morte del tifoso laziale. “Un ragazzo è morto in circostanze che sono legate alla violenza che ruota attorno al calcio – sottolinea il Ministro Amato – una violenza che costringe tutti i fine settimana migliaia di uomini e donne delle forze dell’ordine a presidiare autostrade e città per evitare il peggio’”. Non si sottrae alle responsabilità il Capo della Polizia Antonio Manganelli: “Nell’esprimere tanto dolore alla famiglia del giovane ucciso – ha dichiarato – mi sento di assicurare che la Polizia saprà assumersi le proprie responsabilità e senza reticenze fornirà massima collaborazione alla magistratura incaricata dell’accertamento dei fatti. Peraltro e’ evidente che il protrarsi di manifestazioni di violenza comunque legate a vicende calcistiche impone per il futuro ancora maggiore intransigenza e rinnovato fermo rigore nel difficile cammino che mondo della sicurezza e mondo dello sport hanno intrapreso per restituire al gioco del calcio la sua corretta dimensione. Quanto accaduto oggi – ha proseguito Manganelli – mi inquieta. Da un lato una morte assurda che i nostri cuori e le nostre menti non riescono ad accettare: un giovane ha perso la vita per mano di un poliziotto giovane come lui che era li per portare legalità e non certo lutti. Dall’altro l’amara constatazione che ancora una volta opposte tifoserie si sono affrontate in nome del fanatismo più cieco e becero”.