T5000: un occhio “indiscreto” contro armi e droga

Paola Fusco

Si chiama T5000 la videocamera a raggi T in grado di individuare in una frazione di secondo droga, armi ed esplosivi anche sotto gli abiti di soggetti in movimento e fino a una distanza di 25 metri. Verrà presentata ufficialmente domani a una mostra di strumenti tecnologici per la sicurezza nazionale organizzata dal ministero dell’Interno britannico in una base dell’aeronautica militare nella contea del Buckinghamshire.
L’occhio elettronico, creato dagli ingegneri dell’azienda britannica ThruVision in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa), sfrutta la tecnologia dell’“imaging passivo”, identificando oggetti animati e inanimati a partire dai raggi elettromagnetici – Terahertz o raggi T – che permettono di analizzarne la composizione e la densità e di fornire immagini, passando attraverso vestiti, carta, ceramica e legno. Il T5000 raccoglie passivamente questi raggi naturali e li elabora per formare le immagini che rivelano oggetti nascosti. Per essere certi che quello la T5000 vede sia effettivamente droga e non, per esempio, un sacchetto di farina, i raggi emessi da tutti gli oggetti animati e inanimati sono a prova di errori perché a seconda del materiale emettono onde differenti. Secondo i produttori non è dannosa per la salute, a differenza dei raggi X tradizionalmente usati, né rivela alcun particolare fisico della persona sottoposta a screening. La T5000 potrà essere utilizzata nella lotta al terrorismo, negli aeroporti, nei centri commerciali o ad eventi sportivi affollati, mandando in pensione perquisizioni, cani antidroga e metal detector ed evitando lunghe file ai controlli. I "raggi T" da anni sono usati nell’industria e nella ricerca aerospaziale; infatti il progetto da cui è scaturita la scoperta aveva come obiettivo la realizzazione di un sistema computerizzato che, collegato a un telescopio, sarebbe stato in grado di vedere attraverso le nubi di polvere interstellare. Una versione meno potente della videocamera è stata già installata in via sperimentale sia alla Borsa di Dubai sia al Canary Wharf, complesso edilizio del’East London sede delle maggiori banche inglesi.