Gravissimo episodio, l’altra sera, nel carcere di Terni. La denuncia è diFabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che ricostruisce quel che è avvenuto nella struttura di Strada delle Campore: “Un detenuto tunisino di 34 anni, con un fine pena nel 2022, ha dato fuoco al materasso tenuto in cella per protesta. Voleva più terapia farmacologica di quanta gliene fosse prescritta dal dottore. Fondamentale l’intervento della Polizia Penitenziaria, che con grande professionalità e rapidità nell’agire, è riuscita ad evitare il peggio. Il detenuto non è nuovo a questi fatti e da una settimana mette in atto, unitamente ad altri due detenuti, di cui uno psichiatrico, comportamenti che in un momento come questo possono turbare un equilibrio già precario. Anche se sembra risolto il problema della mancanza di luce ed acqua nel carcere, l’allerta rimane alta. Il caldo torrido e il personale ridotto per il piano ferie, fa vivere sempre in allerta. La situazione viene aggravata dal trasferimento di detenuti psichiatrici, difficilmente gestibili. E’ dunque solo grazie alla prontezza e allo spirito di sacrificio e umanità dimostrato dai pochi poliziotti in servizio con pochi dispositivi di sicurezza individuali se l’evento non ha avuto conseguenze tragiche”.
“L’evento critico”, aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE,“ripropone la problematica dei detenuti con patologie neuropsichiatriche ancora ospiti nelle strutture penitenziarie. Il SAPPE esprime solidarietà ai colleghi di Terni che sono stati bravissimi a gestire i delicati momenti”. Capece conclude ricordando che “anche questa grave problematica, ossia la gestione dei soggetti affetti da problemi psichiatrici come quella riferita alll’altissima concentrazione di detenuti stranieri nelle carceri italiane, sono state da tempo poste dal SAPPE quale materia di confronto e risoluzione negli incontri avuti con i vertici del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”.