Traffico cuccioli, sequestro della Forestale

Paola Fusco

Sette cuccioli di cane e due gatti, importati illegalmente dalla Slovacchia, stipati con altri all’interno di un furgone. Li hanno sequestrati  gli agenti del Corpo forestale dello Stato nel corso di un controllo presso un esercizio commerciale di animali nel Comune di Castelnuovo Nigra (TO). All’interno del veicolo, che poteva contenere al massimo 25 esemplari, ne sono stati trovati ben 63. Dalle successive verifiche è emerso che i cuccioli sequestrati, quattro Maltesi, un Bichon, un Bull Terrier e uno Shi-Tzu, avevano un’età inferiore a 60 giorni ed erano stati sottratti precocemente alle cure materne, oltre a presentarsi in parte sprovvisti sia di microchip identificativi che dei vaccini prescritti dalle norme sanitarie. A far scattare il sequestro, eseguito dagli agenti del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Torino in collaborazione con il Comando Stazione di Pont Canavese (TO) del Corpo forestale dello Stato, alcune anomalie riscontrate sui passaporti che riportavano notizie incomplete e discordanti. Denunciato, per reato di maltrattamento e per falso in atti finalizzato alla frode in commercio, l’importatore di animali trentenne, residente in Slovacchia, che li trasportava. L’operazione rientra nell’ambito degli accertamenti effettuati dal Corpo forestale dello Stato sul territorio del capoluogo piemontese presso esercizi commerciali e allevamenti per garantire la tutela della salute degli animali. Un monitoraggio capillare che ha portato, poco tempo fa sempre nel Torinese, all’agghiacciante scoperta di un vero e proprio cimitero di animali misto a rifiuti intrisi di feci e urine. Quattordici metri cubi di cumuli di carta utilizzati come lettiera per gli animali, depositati sul suolo e in parte combusti, sotto i quali sono state rinvenute 20 carcasse di cane di varie età e razze. Una scoperta che i Forestali di Pinerolo hanno fatto durante un controllo eseguito con l’ausilio del personale veterinario dell’Asl, presso un allevamento di cani nel Comune di Prarostino (TO) situato in prossimità di un corso d’acqua denominato Rivo della Casanova. Le successive indagini, condotte dalla Forestale, hanno portato alla denuncia di una donna di Prarostino, che è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Pinerolo per abbandono e combustione illecita di rifiuti e per maltrattamento di animali. Dagli esami necroscopici eseguiti sulle carcasse degli animali presso l’Istituto Zooprofilattico di Torino, è emersa la possibile presenza di parvovirosi, grave patologia canina e presunta causa del decesso, anche se non si esclude che i cani siano morti per malnutrizione. Il Dipartimento di Patologia animale dell’Università di Torino ha inoltre riscontrato, in campioni di fegato e rene, la presenza di una sostanza topicida denominata coumatetralyl che non pare però in relazione diretta con la morte dell’animale.