Un passo oltre la terra dei fuochi

redazione

L’agricoltura campana spera. Dopo mesi di emergenze ed allarmi che non consentivano chiarezza sulle dimensioni reali del fenomeno e sulle conseguenze sulla salute dei cittadini siamo giunti oggi ad una prima mappatura.

Solo grazie a un solido impianto normativo emergenziale e a una profonda sinergia tra istituzioni, forze di polizia, associazioni, Enti e cittadini, sarà possibile raggiungere la trasparenza dovuta a chi opera in quei territori in maniera virtuosa, imprenditore o agricoltore che sia, e ai cittadini che esigono tutela e sicurezza.

Si è tenuto oggi a Castel Volturno (CE) presso il Centro di Formazione Nazionale del Corpo forestale dello Stato un convegno sulla Terra dei Fuochi durante il quale sono state illustrate strategie e proposte per affrancare questo territorio, a grande vocazione agricola, dalle gravissime problematiche che da tempo lo flagellano e tutelare la popolazione e le attività produttive.

L’incontro, promosso e organizzato dal Corpo forestale dello Stato e da Legambiente,  ha visto la partecipazione tra gli altri del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, del Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, del Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone, del Direttore generale di Legambiente Rossella Muroni.

Il convegno, che ha dato immediato seguito alle dichiarazioni del Ministro Martina sui risultati delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni destinati all’agricoltura della regione Campania,  ha posto l’accento in particolare sulle “proposte-risposte” che riguardano il risanamento e il recupero della Campania felix.La mission portata avanti dal Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con gli altri Enti impegnati sullo stesso fronte, in termini di sicurezza agroalimentare e agroambientale sarà basata sul potenziamento dell’attività di prevenzione e contrasto delle azioni di smaltimento, sversamento e abbruciamento illegali di rifiuti.

Determinanti saranno anche il coordinamento delle attività investigative effettuate dalle diverse Forze di polizia, la definizione di una mappatura integrata con l’utilizzo delle diverse tecnologie e attraverso l’effettuazione delle analisi chimico-fisiche delle matrici ambientali (acqua, aria e terreni), fra i diversi organismi impegnati nelle aree individuate come inquinate e le continue attività di analisi dei prodotti ortofrutticoli e alimentari in campo nelle zone più a rischio.

Tali iniziative saranno integrate con la raccolta dei dati che riguardano lo stato epidemiologico nei territori più esposti. È previsto, inoltre, lo sviluppo di una rete fra le associazioni impegnate nel sociale e quelle di categoria degli operatori economici e sociali con le Forze di Polizia, al fine di prevenire lo smaltimento illecito e i roghi di rifiuti anche attraverso attività di divulgazione e sensibilizzazione, comprese quelle attuabili nelle scuole.

La discussione è stata arricchita dalla partecipazione di Giovanni Colangelo, Corrado Lembo e Francesco Greco, rispettivamente Procuratori della Repubblica di Napoli, Santa Maria Capua Vetere e Napoli Nord, dal Vice Prefetto e commissario delegato per i roghi di rifiuti in Campania Donato Cafagna, da Giovanni Romano e Daniela Nugnes rispettivamente Assessore all’Ambiente e Assessore all’Agricoltura per la Regione Campania.Per le Associazioni hanno partecipato Lucio Iavarone del Coordinamento Comitati Fuochi e Francesco Paolo Iannuzzi, presidente Anci Campania.Per il Corpo forestale dello Stato, oltre al Capo del Corpo, sono intervenuti Giuseppe Vadalà, Direttore della Divisione di Sicurezza agroambientale ed agroalimentare, il Comandante Regionale per la Campania Vincenzo Stabile e il Comandante Provinciale di Napoli Sergio Costa.Infine, hanno partecipato Anna Savarese, Vice Presidente di Legambiente Campania, e Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente.

L’incontro è stato articolato in sessioni tematiche: nella prima riguardante la salute sono intervenuti Paola Michelozzi, Presidente dell’Associazione Italiana di epidemiologia, Fabrizio Bianchi dell’Unità di epidemiologia ambientale dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa.

Per la sessione riguardante le bonifiche, sono intervenuti Marco Marchetti, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e Marinella Vito, Direttore Tecnico Arpa Campania.

Nell’ambito della terza sessione, dedicata ad acque ed agricoltura, sono intervenuti Luca Lucentini, del Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità e Massimo Fagnano, docente di agronomia dell’Università Federico II di Napoli.

L’ultima sessione pomeridiana, incentrata su La forza della legalità: partecipazione, trasparenza per una “Terra pulita” e introdotta da Giuseppe Vadalà del Corpo forestale dello Stato e coordinata dal presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo, si è conclusa con il saluto di Carmela Pagano, Prefetto di Caserta.

 

Il fenomeno che ha flagellato la Terra dei Fuochi ha avuto inizio alla fine degli anni 80 con traffici illeciti di rifiuti con direttrice Nord-Sud o anche verso l’estero.

Le conseguenze più gravi si sono iniziate a manifestare alla fine del 2012 in coincidenza con l’aumento dei roghi di rifiuti tossici che provocano l’immissione di diossina nell’aria e nell’ambiente circostante, e conseguentemente attraverso la catena alimentare, negli organismi e nel latte degli animali.

La Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, nella relazione finale relativa alla Regione Campania, presentata il 5 febbraio 2013, ha evidenziato che “l’origine del fenomeno in questione è generato dalla commistione di due elementi, cioè, di un diffuso e generalizzato malcostume e dalla presenza di rilevanti interessi economici che gravitano intorno al ciclo dei rifiuti e che coinvolgono certamente, in modo diretto o indiretto, la malavita organizzata”. In tal modo, gli oneri dello smaltimento dei rifiuti ricadono su tutto il territorio e sulle popolazioni che lo abitano. Si tratta di oneri ambientali, sanitari, economici, sociali e culturali con ripercussioni sull’ambiente e sulla salute umana, a discapito delle produzioni agricole sane e sicure, presenti su terreni non contaminati, sulle quali grava ingiustamente l’ombra del sospetto. Sono ingenti i danni economici e culturali che ne derivano e che investono l’intero comparto del made in Italy agroalimentare.

La risposta a tale emergenza da parte del Governo centrale e degli enti territoriali si articola principalmente su due fronti: l’impiego e la canalizzazione di risorse nell’ottica di una forte sinergia istituzionale, l’emissione di efficaci provvedimenti normativi.

 

I Comandi Provinciali di Napoli e Caserta del Corpo forestale dello Stato, coordinati dal Comando Regionale per la Campania e supportati dalla Divisione di sicurezza agroalimentare e agroambientale dell’Ispettorato Generale di Roma, dall’inizio dell’emergenza ad oggi, hanno svolto ampie e continue attività di contrasto al fenomeno nell’ambito di un efficace coordinamento interistituzionale adempiendo ad un’importante funzione di polizia di prossimità nei riguardi del cittadino.

Le attività primarie nel contrasto all’emergenza della Terra dei Fuochi sono costituite da:

 

·       georeferenziazione delle aree interessate dal fenomeno;

·     monitoraggio delle zone a rischio, anche attraverso la predisposizione di controlli stradali mirati;

·       ispezioni presso aziende agricole (con particolare attenzione alle serre) e zootecniche;

·       analisi sulle matrici ambientali (terreni e acque) e sui prodotti di ortofrutta;

·     accertamento, escavazione e verifica di discariche poste nel sottosuolo, attraverso l’uso del geomagnetometro;

·       sequestri di aree inquinate e terreni agricoli.